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IL Vino fa buon sangue, il Vino Bio è ancora meglio? Status quo del Vino Biologico

IL Vino fa buon sangue, il Vino Bio è ancora meglio? Status quo del Vino Biologico

By Giuseppe

Il Vino fa buon sangue, il Vino Bio è ancora meglio? Status quo del Vino Biologico

Il Vino Bio non è un prodotto di serie B, anzi è più naturale e, soprattutto, è più salutare!

 

Vino Biologico… eppur si muove! Il mondo del Bio sta vivendo un momento di stasi ma il vino lentamente è in continua crescita perchè il consumatore attento alla propria salute è un Wine Lover che ama il buon vino ma è più smart, specie all’estero: beve Vino Bio, magari italiano, senza rinunciare al gusto!

E’ ancora carente però un’informazione corretta sul Vino Bio e pertanto Newsfood, grazie alla competenza di esperti come Giampietro Comolli e il coinvolgimento diretto di viticoltori e stakeholder, cercherà di colmare questa lacuna. Verrà creata una apposita rubrica in home page che ogni settimana tratterà di Bio, in vigna, in cantina, in bottiglia… “Vino Biologico, gusto e salute”
Nel 2020, Biofach  e Vinitaly  potrebbero essere i palcoscenici ideali per una tavola rotonda conclusiva sul Vino Bio. 

Giuseppe Danielli,
Direttore e Fondatore Newsfood.com

 

Giampietro Comolli

Sicuramente parlare di “Vino&Salute” non è mai male, anzi soprattutto alla luce di due canali commerciali sempre più in crescita: acquisti diretti in cantina ed e-commerce, per non parlare poi della quota oltre il 55% di vendita in grande distribuzione dove non ci sono informazioni e spiegazioni dirette.

Per esempio anche i qr-code o le etichette parlanti o le etichette sfogliabili cartacee o per esempio una norma chiara europea su vini e aceti, su oli evo diventano tutti temi molto interessanti. Esistono etichette di alimenti e prodotti agricoli dove il marchio ” BIO” più o meno grande, più o meno evidente, è sul frontespizio importante della confezione (vedi gallette di mais, o riso integrale, o biscotti, ecc…) mentre nel vino la dizione “vino biologico” è senza enfasi.

C’è un legame fra marchio bio e icona green? Le stesse certificazioni rilasciate sono di enti diversi, pubblici e privati, uno Stato membro UE agisce e scrive cose diverse da un altro Stato.

Il Regolamento (CE) N. 834/2007 definiva il vino che poteva portare in etichetta la dicitura “da uve biologiche o da agricoltura biologica”; il Regolamento (CE) N. 203/2012 ha elevato il livello di controllo, di certezze e di comunicazione consentendo la scritta in etichetta” vino biologico”.

Questo vuol dire che la dicitura “vino biologico” rientra nella PAC, nell’OCM, nelle valutazioni anche dell’OMS in termini di salute, valore aggiunto, qualità del consumo, maggiore sicurezza, più garanzie per il consumatore finale.
Ma la filiera intera è conforme? E’ attrezzata? E’ a conoscenza? Sa cosa proporre e come dirlo? I produttori ci credono? Hanno interesse?

In cantina ci sono delle discontinuità e delle separazioni obbligate: come farle conoscere, come evidenziarle, come organizzare la gestione diversificata?

La Germania è il primo paese a partire con una norma (Ecovin) per il vino nel 1985. A seguire le cantine Austriache che hanno dettato le prime norme.  Cristina Micheloni è un ottimo tecnico esperto.
NB: oggi la stessa commissione UE sta valutando norme anche per il sale bio.

Non voglio essere “cattivo” ma ci sono anche troppe associazioni, troppi interessi diversi, forse anche ristorni diversi, ecco quelle UE sovranazionali che trattano “BIO”.

AGOF – Gruppo Consultivo per l’Agricoltura Biologica (Advisory Group on Organic Farming)

UE-COMMISSIONE – OCM-  DG SANCO – DG per la Salute e i Consumatori

EOWC – Carta Europea del Vino Biologico

IFOAM – Federazione Internazionale dei Movimenti per l’Agricoltura Biologica

Gruppo IFOAM UE Federazione Internazionale dei Movimenti per l’Agricoltura Biologica associazione regionale per l’UE

SCOF – Comitato Permanente per l’Agricoltura Biologica

Tutto il mondo Bio -“prodotti biologici compreso il vino” in Europa oggi (anni 2016-2018)- vale annualmente un fatturato di circa 28 mld/euro.

Per il vino non si ha un dato certo, si presume circa 1 mld/euro, variabile dal 2 al 4,3% sul totale dei consumi bio paese per paese e, stesso dato percentuale fra il 2 e il 4% il consumo di vini bio su tutti i consumi di vino nei principali paesi.

Per esempio la Svizzera e l’Austria consumano circa il 4% di vini bio all’anno sul totale consumato.

L’incremento, paese per paese, anno su anno, negli ultimi anni è di circa il 7/8% .  Spagna e Francia fanno meglio dell’Italia in termini di ettari di terreno a coltivazione biologica certificata della vite, rispettivamente: ha 79.000, ha 61.000, ha 53.000.
La Spagna è quella che incrementa maggiormente anno su anno.

 

Alcuni temi che si possono sviluppare in termini di comunicazione, didattica, accademica, formazione, aggiornamento tecnico in alcuni meeting o tavole rotonde possono essere molto utili per  “acculturare” i soggetti della filiera.

Uno dei gap o dei buchi neri più importanti che si incontra lungo la filiera del vino e soprattutto nella sola fase del commercio diretto al banco/mescita al pubblico è la ” bassissima e scarsissima” conoscenza e quindi risposte alle domande del consumatore da parte dei 2 baristi-mescitori-camerieri” generici. Bisogna salire i gradini delle 4-5 stelle alberghiere e 1 stella ristoranti gourmet per avere un esperto di vino a disposizione del consumatore.

Mettendo insieme tre cose: novità del vino biologico – consumatore sempre più fai da te nell’acquisto – bassa cultura al banco mescita…ecco che puntare su forti modelli di comunicazione diretta-operativa-pratica diventa  “un fattore” fra i più determinanti sia la crescita dei consumi di vino, che la correttezza nella vendita, che la esatta trasmissione di dosi-misure di consumo del vino.

Un programma di medio periodo ( tre anni) può essere il modello di proposta per dare risposte e raggiungere obiettivi significativi.

  • L’attenzione alla fertilità del suolo e biodiversità produttiva dell’uva incidono?
  • Gli approcci alternativi per il controllo dei parassiti e delle malattie, loro intensità e loro controllo tecnico meccanico possono influire positivamente?
  • La sostenibilità della produzione di uva e la lavorazione e stoccaggio del vino quale tempistica, durata, metodo garantisce il massimo risultato biologico?
  • La qualità e la provenienza degli ingredienti del vino, comprese alcune limitazioni sull’arricchimento e i requisiti per gli ingredienti sono sostanziali per definire ” pienamente biologico” un vino e quali parametri possono essere adottati, elencati, sviluppati per confrontare e misurare lo stesso ” vino normale” della stessa azienda oppure è corretto pre-stabilire che una azienda vitivinicola biologica non può produrre ” vino normale”? Quali le differenze qualitative da mettere in luce e in prima fila?
  • La qualità dei lieviti, tra cui i lieviti selvatici e la fermentazione spontanea, su cosa incidono in termini di gradimento sensoriale e per alcuni ricettori?
  • Ulteriori limitazioni circa l’utilizzo degli additivi e l’ulteriore riduzione o il totale divieto di impiego dei solfiti sono fattori che incidono sul costo finale in cantina e come si traduce nel prezzo al consumo, anche in una ottica di contenimento costi oltre un determinato limite oggettivo e riconosciuto? .
  • Ulteriori limitazioni alle tecniche di lavorazione possono essere volontarie o obbligatorie, e come certe scelte “del confinante” del vigneto biologico e come una area a coltivazione viticola intensa ed estesa, anche promiscua, ma non totalmente a regime biologico può alterare il modello, le procedure e come viene rilevato tale “inconveniente” sul territorio?

* Quali connessioni e/o differenze fra vino biologico, vino vegano, organic wine, orange wine, vino dinamico, vino biodinamico, ecc… sono note al consumatore finale e quanto certe forme esoteriche oggi possono guidare un certo tipo di acquisto di fronte a consumatori neofiti di nuovi paesi o consumatori facilmente attraibili sul campo salutistico …a priori e a prescindere ?  

  • Requisiti o restrizioni sugli strumenti e le attrezzature di campo e di cantina hanno una efficacia diretta anche sulla salute, durata, sanità della pianta di vite stessa e di tutte le varietà e cultivar di vite inserite nel processo di “coltivazione uva biologica”?

 

Giampietro Comolli

Redazione Newsfood.com
© Riproduzione Riservata

Giampietro Comolli
Economista Agronomo Enologo Giornalista
Libero Docente Distretti Produttivi-Turistici

Mob +393496575297

Editorialista Newsfood.com
Economia, Food&Beverage, Gusturismo
Curatore Rubrica Discovering in libertà
Curatore Rubrica Assaggi in libertà

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