Il senato boccia 4 emendamenti della maggioranza
25 Ottobre 2007
E’ stata una mattinata dura per l’Unione in Senato, dov’è in corso la discussione della Finanziaria 2008, non sono passati, infatti, l’emendamento sulla giustizia proposto dall’Udeur
(che ha incassato 155 sì contro 155 no la parità in Senato equivale a voto contrario), quello sul digital divide proposto dalla Commissione Bilancio (che ha portato a casa 156
pari), quello sullo scioglimento della Società Stretto di Messina Spa (160 no, 145 sì e 6 astenuti) e quello che elimina la Scuola superiore di Pubblica Amministrazione (160 no,
149 sì ed un astenuto).
Per gli ultimi due emendamenti, la Commissione Bilancio aveva espresso un parere favorevole, mentre l’esecutivo si è rimesso alla decisione dell’Aula, che in entrambi i casi ha puntato
sul no.
La società del Ponte, dunque, resta in vita grazie ai voti contrari della Cdl, dell’Idv e di due senatori della Costituente Socialista: è bastato il “tradimento” dell’Idv e sei
astenuti, dunque, ed il gioco è stato fatto: la maggioranza si è spaccata e, per far fronte alla situazione, alle 15 di oggi si terrà una riunione dei capigruppo del
Senato.
E nell’aria comincia a sentirsi “odore di fiducia”, come hanno confermato Formisano (“Presumo che ci sarà la proposta di fiducia”) e il presidente dei senatori della Lega, Roberto
Castelli (“Non possono andare avanti così – ha dichiarato – È chiaro che il governo chiederà la fiducia per ricompattare la maggioranza”).
In particolare, hanno votato con l’opposizione Nello Formisano, Fabio Giambrone e Giuseppe Caforio (per l’Idv), Roberto Barbieri e Accursio Montalbano (per la Costituente Socialista), mentre si
sono astenuti il senatore a vita Emilio Colombo, Lamberto Dini e Natale D’Amico (dei Liberal Democratici) e Carlo Perrin, Manfred Pinzger ed Elda Tahler (del gruppo delle Autonomie).
Come se non bastasse, la spaccatura si è realizzata non solo nella maggioranza, ma anche nei singoli partiti, dove ognuno si è sentito libero di fare a modo suo: Franca Rame (Idv)
e Gavino Angius (Costituente Socialista) hanno votato sì alla soppressione della società del Ponte, andando nella direzione opposta dei loro colleghi, mentre Giuseppe Scalera
(Liberal Democratici) ha dato parere favorevole all’emendamento, distaccandosi dall’astensione generale del partito.
In poche parole, per l’Unione è stata una mattinata da cancellare.
Vale la pena rilevare, infine, che non hanno votato il ministro della giustizia Clemente Mastella (in aula prima del voto) ed il presidente della commissione Affari Costituzionali Enzo Bianco
(Ulivo).