Il mondo del food premiato con l’Ambrogino d’Oro

11 Dicembre 2015
Con la prima del Teatro alla Scala, la consegna delle civiche benemerenze è uno dei due appuntamenti che a Milano caratterizza la festività di Sant’Ambrogio. E, fra i 17 benemeriti meritevoli della massima onorificenza cittadina cioè, la medaglia d’oro meglio conosciuta come “Ambrogino d’Oro”, consegnati dal sindaco Giuliano Pisapia, ci sono diversi operatori dell’articolato mondo del food. Come il più importante commerciante ortofrutticolo meneghino, Dino Abbascià (alla memoria, essendo deceduto nel mese di giugno); lo chef-ristoratore Giacomo Bulleri; la presidente della cooperativa di catering del carcere di Bollate, Silvia Polleri; uno dei protagonisti del Refettorio Ambrosiano, don Giuliano Savina; un’esperta di tematiche agricole, Claudia Sorlini.
Invece l’attestato di civica benemerenza è stato assegnato a due locali espressione dell’accoglienza professionale: “Al Camparino in Galleria” e al ristorante “Il Baretto”.
Fra le motivazioni scritte dall’apposita commissione composta da consiglieri comunali di Milano, a sostegno della scelta delle personalità o dell’istituzione oppure dell’azienda da premiare ci sono, per esempio, passaggi come “generoso, intraprendente e innamorato di Milano, fu per tutti esempio di laboriosità e di attiva partecipazione alla vita civile – nel caso del compianto Abbascià -. Si adoperò per un dialogo sempre più intenso tra il mondo del commercio e l’amministrazione cittadina. E riconosce in lui un esempio delle migliori virtù ambrosiane”. Abbascià arrivò nel capoluogo lombardo dalla Puglia, nel 1955, a 13 anni di età per fare il garzone in un negozio di frutta e verdura. Al ristoratore e chef Bulleri, che ha appena compiuto novant’anni di età, per “aver diffuso e promosso a Milano la tradizione gastronomica italiana, con un’attenzione alla qualità e alla centralità del cliente che ha fatto scuola nella ristorazione. E per aver accettato di gestire il ristorante dell’Arengario, ubicato nell’edificio dove è allestito il Museo del Novecento, oggi meta preferita dei gourmet di ogni paese del mondo. Nonché per aver sempre indicato ai suoi dipendenti e ai clienti, il valore civile del lavoro come strumento di promozione personale e collettiva. Milano è grata a Bulleri per la promozione dell’immagine della città nel mondo”.
Mentre a Silvia Polleri vengono riconosciute “le più alte virtù ambrosiane di civismo, laboriosità e innovazione sociale” per aver realizzato il primo, ed unico caso di ristorazione all’interno di un carcere, aperto al pubblico, preceduto dall’istituzione di una sezione interna al carcere della scuola alberghiera “Paolo Frisi” di Milano, in modo da offrire ai detenuti un percorsi di studio che porta al conseguimento del diploma, nonché la creazione di una cooperativa di catering, sempre nel carcere di Bollate. Mentre don Savina continua a sostenere, promuovere e sviluppare l’esperienza di solidarietà e innovazione del Refettorio Ambrosiano realizzato dalla Caritas su idea di Massimo Bottura e Davide Rampello che durante i sei mesi di Expo hanno coinvolto i migliori chef e designer internazionali insieme a grandi imprese per prevedere il riuso delle eccedenze alimentari. E, infine, a Claudia Sorlini per l’impegno nella cooperazione scientifica internazionale per lo sviluppo agricolo delle zone aride.
“Al Camparino in Galleria” fondato da Davide Campari nel 1915, va riconosciuto il merito che da cento anni rappresenta e mostra al mondo il fascino della Galleria oltre ad essere eletto quale luogo privilegiato per l’aperitivo inteso come momento di convivialità. Invece al ristorante “Il Baretto” perché dal 196 è meta privilegiata di artisti, imprenditori e professionisti amanti della mondanità, oltre a rappresentare uno degli esempi di ristorazione raffinata che propone piatti della tradizione meneghina in versione contemporanea.
Michele Maria Pizzillo
per Newsfood.com