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Il mio viaggio nella provincia di Cuneo

Il mio viaggio nella provincia di Cuneo

By Redazione

In genere il vino si beve, si compra, si produce. In Piemonte il vino si può solo vivere. Per questo motivo abbiamo ritenuto opportuna un’esperienza direttamente in loco, alla ricerca di
questa dimensione umana del vino in un itinerario che dalle pendici del Monviso, padre del fiume Po, percorre la parte nord della provincia di Cuneo fino a lambire i confini di quella astigiana,
nel territorio del Roero, passando attraverso le suggestive Langhe, culla del Barolo. Sessanta chilometri abbondanti, un’ora di macchina su strade provinciali che uniscono paesi, uomini, storie
differenti, ma accomunate dalla medesima volontà di affermare il legame col proprio territorio.

Un legame forte che una bottiglia di vino, emblematico trait d’union tra i frutti della terra e l’intervento dell’uomo, riesce ad evidenziare e tradurre fisicamente al di là di ogni
parola. Lidia Borretta, Emidio Maero, Claudia Ferraresi, Piercarlo Sperone: quattro produttori, quattro diverse esperienze, ma lo stesso modo di interpretare il vino. Sono questi i personaggi
che, attraverso la loro conoscenza e disponibilità, mi hanno introdotto in questo micro-universo fatto di vitigni, calici, barriques, ma, soprattutto, tanta umanità.

Per ognuno di essi il vino rappresenta lo strumento ideale per esprimere qualcosa di sé, del proprio lavoro, della propria vita; un mezzo utile ed allettante per trasmettere la propria
identità, radunare amici o raccontare la storia, personale e del territorio. Voglio poi ringraziare l’assessore all’agricoltura del Comune di Saluzzo, dott. Michele Antonio Fino,
che mi ha aiutato con la sua profonda cultura territoriale a tracciare la rotta del mio peregrinare. Nei prossimi giorni, ogni giorno, per quattro giorni consecutivi, pubblicherò
il risultato del mio viaggio curioso e goloso in questi meravigliosi territori.

Gianluigi Veronesi

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