Il caro-petrolio si sente anche nei campi
21 Gennaio 2008
Il costo del carburante è salito a livelli preoccupanti anche per le aziende agricole, che denunciano grandi difficoltà a essere competitive con questi livelli di costi «E’
necessario pensare a un intervento strutturale, con il sostegno della Regione», è la risposta che Ugo Cavallera, consigliere regionale di Forza Italia, dà all’appello
lanciato dalle organizzazioni agricole sul problema del caro-gasolio, e con un’interrogazione sollecita la Giunta regionale ad affrontare il problema.
«Nonostante le agevolazioni di cui beneficiano gli usi agricoli – osserva Cavallera – il prezzo industriale del gasolio, il principale carburante utilizzato in agricoltura, ha fatto un
balzo in avanti strepitoso, sia per l’aumento del petrolio, sia per la maggiore domanda di questo specifico carburante. Vista l’attuale situazione, è molto difficile intervenire con il
taglio delle accise, cioè delle tasse, per ridurre ulteriormente il prezzo. Occorre elaborare un piano complessivo a media scadenza, anche perché le previsioni sul prezzo del
petrolio, con l’aumento di consumi che si registra a livello mondiale, sono preoccupanti».
Attualmente le aziende agricole beneficiano di uno sconto sull’accisa dell’80 % per i carburanti destinati alla trazione, e del 100 % per quelli destinati al riscaldamento delle serre. Inoltre
pagano l’Iva ridotta nella misura del 10 %. Ciò fa sì che il prezzo pagato in agricoltura per trazione sia circa la metà di quello alla pompa.
«Se non vogliamo che molte aziende siano costrette a chiudere o a ribaltare i maggiori costi sul prezzi dei prodotti – continua Cavallera – si deve intervenire, penso, ad esempio, per
l’orticoltura e floricoltura in serra a programmi interaziendali o di zona che consentano di produrre calore in forma centralizzata, per poi distribuirlo agli utenti, in modo da realizzare
economie di scala simili a quelle del teleriscaldamento. In alcuni casi si potrà ricorrere alla cogenerazione, utilizzando il calore residuo di centrali o altri impianti
industriali».
Più complesso il problema del carburante per autotrazione, o per il pompaggio, per il quale Cavallera ritiene che «la soluzione nel breve possa essere il ricorso a consorzi
d’acquisto, per ottenere qualche limatura sul prezzo, ma di modesta entità. In prospettiva, invece, si deve puntare su forme alternative, magari ricavate direttamente dall’azienda.
L’autosufficienza energetica è un obiettivo che si può perseguire anche nei campi».