I giovani agricoltori schiacciati dalla crisi

11 Febbraio 2010
L’Associazione giovani imprenditori agricoli (Agia) della Cia in Assemblea. E’ stata ribadita l’esigenza di agevolare il ricambio generazionale. Le proposte contenute nel progetto “Agricoltura
futuro giovane”. Ridurre i pesanti costi. Indispensabili un fisco “più leggero” e la fiscalizzazione degli oneri sociali. La relazione della presidente Gianfranca Pirisi e le conclusioni
del presidente confederale Giuseppe Politi.
Interventi a sostegno delle imprese, più facile accesso al credito, agevolazioni per l’acquisto dei terreni e iter più rapidi per l’assegnazione di quelli appartenenti al demanio,
una maggiore semplificazione, riduzioni, anche attraverso la leva fiscale, dei costi che attualmente sostengono le aziende. Sono queste alcune delle richieste che sono state formulate
dall’Associazione giovani imprenditori agricoli (Agia) della Cia-Confederazione italiana agricoltori oggi a Roma nel corso della III Assemblea elettiva nazionale durante la quale è stata
sottolineata l’esigenza di un valido ed organico ricambio generazionale e rilanciato il progetto “Agricoltura futuro giovane”.
D’altra parte, proprio la grave crisi che sta investendo il settore primario si ripercuote – come evidenziato dalla presidente di Agia Gianfranca Pirisi nella sua relazione all’Assemblea – in
maniera molto pesante sui giovani imprenditori. Infatti, l’assottigliamento del reddito, derivante da bassi prezzi di vendita dei prodotti agricoli e da alti costi di produzione, mette alle corde
il giovane che ha operato investimenti nella propria impresa e non stimola chi vorrebbe intraprendere l’attività agricola. Una situazione molto difficile che rischia di provocare danni
insanabili nell’intero settore primario.
Allo stesso tempo – è stato sottolineato durante l’Assemblea Agia – la stretta creditizia operata dalle banche ha sostanzialmente finito per penalizzare i giovani in maniera più che
proporzionale rispetto al resto degli imprenditori, poiché notoriamente, sono proprio i giovani che possiedono minori garanzie e che ottengono i “rating” più alti e che, quindi, si
ritrovano nella situazione debitoria più stringente.
Per questa ragione l’Agia ha rimarcato l’esigenza di interventi mirati e concreti per cercare di risolvere il problema del ricambio generazionale nell’attuale contesto economico. Bisogna agire,
in particolare, agendo su fisco e credito. In merito al credito i giovani della Cia hanno sottolineato che va nella giusta direzione la proposta dell’impiego di 3 milioni di euro del Fondo per
l’imprenditorialità giovanile in agricoltura, per una misura relativa al credito per le giovani imprese, e il pre-impegno Ismea atto a “snellire” e rendere più fruibile per il
giovane la garanzia diretta Ismea, ma occorre essere più incisivi e soprattutto essere tempestivi.
Riguardo al fisco, l’Agia ha rilevato che, in una fase attuale caratterizzata dalla scarsità di risorse, occorre essere selettivi nell’assegnare le agevolazioni, andando a privilegiare gli
imprenditori professionali. Proposte immediatamente attuabili a favore dei giovani possono essere la diminuzione dell’Iva, l'”accisa zero” sul gasolio, la fiscalizzazione degli oneri sociali per
la mano d’opera assunta da giovani imprese, l’esenzione dal pagamento dei contributi Inps nella fase di primo insediamento.
In riferimento ai terreni demaniali per i giovani agricoltori, l’Agia ha rilevato che attende ancora di conoscere l’estensione dei terreni a cui si fa riferimento e le modalità di accesso
ai beneficiari. Si tratta sicuramente di un’importante misura per i giovani e che va nella direzione proposta dall’Associazione. E’ stata, però, chiesta una maggiore concertazione con le
parti interessate dal provvedimento, evidenziando come l’Osservatorio per l’imprenditorialità giovanile istituito dal ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali potesse
essere un aiuto nel definire i requisiti e i parametri del provvedimento.
I giovani imprenditori e il problema del ricambio generazionale in agricoltura – è stato affermato – non hanno bisogno di spot elettorali, ma di risposte a problemi seri. A titolo di
esempio di quanto si potrebbe fare a favore degli agricoltori sono state ricordate le misure urgenti che sono state proposte in Francia in un “plan massif” per fronteggiare la crisi del settore,
poiché “un paese senza agricoltura è un paese morto”. Si tratta di prestiti agevolati agli agricoltori, (a tassi pari all’1 per cento per i giovani), fondi straordinari per far
fronte all’aumento dei prezzi e contributi a fondo perduto per il pagamento degli interessi dei prestiti già contratti dagli imprenditori.
Nel corso dell’Assemblea – che è stata conclusa dal presidente della Cia Giuseppe Politi – è stato messo in risalto il progetto “Agricoltura futuro giovane”, elaborato dall’Agia. Un
progetto che contiene una serie di misure che possono essere messe in campo per favorire il ricambio generazionale in agricoltura e che possono costituire un terreno di confronto con tutti gli
attori del settore.
Si va dall’accesso al fattore terra (viene proposta la costituzione di un agenzia per il riordino fondiario con il compito di elaborare, gestire e facilitare progetti di riordino fondiario su
terreni pubblici e anche privati resi liberi per la successiva assegnazione ai giovani e l’avvio di una banca della terra così come proposta dalla Commissione Ue per la gestione dei
terreni resi liberi a seguito dai prepensionamenti) all’accesso al capitale finanziario; dalle forme societarie innovative (società miste giovani e anziani) ad una adeguata semplificazione
normativa. Viene, inoltre, ribadita l’esigenza di un collegamento alle università e alla ricerca e la creazione di una fiscalità preferenziale per imprese associate e aggregate
operanti nel mercato.
Il progetto Agia, infine, rimarca l’esigenza di “sportelli giovani”, del potenziamento del Fondo per l’imprenditorialità giovanile in agricoltura, del superamento della problematica
dell’allontanamento dall’azienda per motivi di studio e dell’incentivazione della formazione finalizzata ad accrescere la capacità imprenditoriale.