Gravidanza e sindrome metabolica: una relazione pericolosa

24 Settembre 2009
Può essere la più grande gioia della vita, ma può anche essere portatrice di una grave malattia.
Per una donna infatti la gravidanza può essere l’interruttore biologico della sindrome metabolica, specie se sono già presenti fattori di rischio come obesità, diabete
gestionale e trigliceridi alti.
A dirlo, uno studio dell’University of Alabama a Birmingham (UAB), diretto dalla dottoressa Cora Lewis e pubblicato su “American Journal of Obstetrics and Gynecology”.
I ricercatori hanno usato il database del CARDIA Coronary Artery Risk Development in Young Adults), per determinare la correlazione tra una maggiore incidenza della sindrome metabolica tra le
donne di età compresa tra i 18 e i 30 anni all’inizio dello studio, che hanno partorito almeno un figlio durante i 20 anni successivi. In totale sono state osservate 1451 donne (dal 1985
ad oggi): di quelle che sono diventate madri (745), 88 hanno sviluppato complicanze da diabete gestionale.
Analizzando tali dati, i medici hanno constatato come l’esistenza di un legame tra maternità e sindrome metabolica, aggravata dal diabete gestionale.
Specificamente, la sindrome metabolica era più frequente nelle madri piuttosto che nelle altre pazienti e, nel caso la donna soffrisse di diabete gestionale, la percentuale di rischio si
attestava intorno al 62%.
Al momento, il team della dottoressa Lewis ritiene che la relazione sindrome metabolica e gravidanza possa essere spiegata da una minore attività fisica e da un maggior peso durante il
periodo della gestazione.
Detto questo, i ricercatori sottolineano come presentarsi al momento della gravidanza in buone condizioni (cioè seguire un’alimentazione sana e svolgere il corretto esercizio fisico) sia
il modo migliore per combattere tale malattia.
Matteo Clerici