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GOLA GOLA FESTIVAL PIACENZA 2019: questo matrimonio sa da ripetere

GOLA GOLA FESTIVAL PIACENZA 2019: questo matrimonio sa da ripetere

By Giuseppe

 

PRIMA EDIZIONE DI GOLA GOLA FESTIVAL PIACENZA

SUCCESSO SI… SUCCESSO NO – IL PARERE DEI PIACENTINI … IL PARERE DEI NON PIACENTINI

UN EVENTO VOLUTO DA POCHI MA ACCOLTO DA MOLTI

 

Abbiamo girato dietro le quinte, abbiamo usato porte di servizio, ci siamo camuffati, abbiamo voluto andare oltre la “facciata” messa in mostra da tutti gli eventi italiani. Abbiamo guardato sotto i tappeti pulitissimi, abbiamo cercato di capire chi c’era e chi non c’era, chi ha aderito e chi non ha aderito al Gola Gola di Piacenza e perché.

Purtroppo c’è anche chi si è messo contro ad un evento finalmente “nazionale” a Piacenza, dopo anni paragonabile solo alla mostra del Guercino e del Pordenone e ai Codici della Cattedrale.

Piacenza sembrava più viva e vitale ma girando per le vie… di piacentini della città ne abbiamo incontrati pochi, molto pochi. Tanti a rincorrere, se non tutti, il selfie o la vicinanza con il vero o il non vero influencer di turno, il vip che non sai chi è, il vip che doveva esserci, il tema che sta così a cuore a Piacenza.

I presentatori dei talk che avrebbero dovuto essere assi nella manica, il poliedrico e camaleonte Tinto di Decanter-Radio Rai Due, veramente una spanna sopra tutti, degno dell’oscar del “mestierante” con il pubblico popolare, grande testimonial,  ma non dotato di quella calamita da “butta dentro”.

Vi ricordate i “ butta fuori” della Capannina e della Bussola a Forte dei Marmi e a Pietrasanta-Lido Camaiore quando cantava Mina, Patty Bravo, Aznavour e bisognava prenotare un anno per l’altro? Cena e spettacolo… massimo 220 paganti perchè tante erano le sedie disponibili, non un ingresso in più, evento popolare in vacanza ma ristretto… per non avere ressa, puzza, uno sopra l’altro….

Grazie Franceschi per aver salvato una generazione di giovani italiani con questi piccoli dettagli, così ci raccontano amici che nel 1970-1975 c’erano a quei tavoli.

Eventi Pop-Top si direbbe oggi. Un “butta fuori” su tutti, il grande Leo Menta anche portiere della giovanile italiana di calcio, portiere del Piacenza Calcio, dopo gestore di una discoteca a Piacenza e ristoratore in via Mazzini, …ma senza manie di grandezza… non se la tirava, sapeva fare il suo mestiere. Non invadeva, non scriveva articoli autoreferenziali e autoincensanti sui giornalini locali.

Altri tempi, è vero ma oggi non è tutto perduto… forse!

Ebbene oggi gli eventi che funzionano sono con “butta dentro”, influencers, instagrammers,  blogger, social media, followares,  fantomatici esperti con tanto di sviolinatori… quanto dureranno questi soggetti che sono bravi venditori di se stessi e di null’altro? Certo non costano direttamente, ma altri pagano o pagheranno per un selfie!

Ebbene Gola Gola Piacenza Festival si è chiuso pochi minuti fa e, a noi, è sembrato un grande successo per Emanuela Dallatana… brava, brava, caparbia, sicura, forte del successo ottenuto nei due anni precedenti, per una Piacenza che ci è sembrata disattenta… ma con i responsabili delle associazioni, enti, università, imprese, commercio prontissimi a partecipare sul palco ai talk show… senza aggiungere nulla di nuovo.

Senza dare un vero contributo e sostegno… stare alla finestra, vedere cosa succede, portare a casa e non spendere nulla. Questo in sintesi quello che emerge dalle nostre interviste. Sembra che circa il 65% delle presenze fossero lombarde e piemontesi in primis, circa il 20% i piacentini “ del sasso”, oltre il 15% gli stranieri.

Si… gli stranieri: dato stranissimo per una città di provincia, di pianura, nelle serate estive di questo week-end. Purtroppo abbiamo letto gli stessi titoli locali e gli stessi pareri oramai da 10 anni, senza costrutto: “…l’unione fa la forza e…f acciamo squadra… e dobbiamo trovare un brand”. Poi qualcuno ha una buona idea, ma non è stato incaricato da qualcuno di turno, immediatamente decade tutto.

Ma Gola Gola Piacenza  qualcosa di interessante l’ha portato, di molto interessante. A noi è piaciuta moltissimo l’iniziativa di Radio Shock, una emittente forse unica mondiale, dove in 30 minuti, un ospite da solo, su uno scranno, deve rispondere a 30-40 domande impertinenti, improvvise, vaganti, strane, curiosissime sul personaggio denotando una ricerca preventiva, giornalisticamente parlando, ben superiore e Radio e Tv nazionali.

Complimenti Piacenza per Radio Shock:  www.radioshock.biz .

A parte i soliti cooking show, interviste a scrittori di libri, a docenti che parlano di clima, alimentazione sana, dieta dell’ultima scoperta miracolosa, di agricoltura dop e doc, di come di fa un salume o di come si fa un vino, a noi sono apparsi molto interessanti, e nuovi soprattutto, altri talk show.

Eventi e degustazioni che hanno realmente messo in vetrina il DNA di Piacenza, su cosa deve puntare una città di 2200 anni, medioevale, con una storia e una bellezza diffusa, senza picchi straordinari, ma dove tutto è da ricordare, da assaggiare…

Piacenza: 100 chiese, 30 palazzi, 20 doc-dop, ricette e piatti De.Co… ma soprattutto – come è stato detto agli incontri – capitale della conservazione del cibo, no spreco, grande riuso, legame tipologia prodotto territorio.

Come gli eventi sul sale italiano che è l’unico “purissimo e salutare”; sulla storia antica di 4000 anni della Malvasia di Candia che non esisteva come uva ma solo come vino, sul Grana Padano, o “furmai piasentin” nato fra Lodi e Piacenza nel XIV° sec, il vino della Santa Messa e il vin Santo di Vigoleno  e sul cibo degli antichi pellegrini e viandanti della via francigena obbligati per 1000 anni a superare il fiume Po proprio e solo a Piacenza…. come hanno dimostrato.

Non è il clima che cambia, ma è invece una agricoltura di qualità che deve cambiare disciplinari, modelli e metodi per mantenere certezza delle Doc ma anche sicurezza alimentare, sanitaria e risposta ai bisogni di fame nel mondo.  www.golagolafestival.it

Il nostro plauso va al sindaco Patrizia Barbieri, avvocato, molto brava e determinata… per fortuna c’è Lei… speriamo che si avvalga di persone valide che “portino a Piacenza” e non viceversa  e che dia “concretezza” al brand, all’evento Top per Piacenza e faccia sistema strategico e strumentale… non squadretta occasionale e di comodo, non unione, non commistione, non consociativismo… buon lavoro sindaco di Piacenza!

 

 

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