Equini: «passaporto» troppo caro, penalizzati il 95% degli allevatori della Lunigiana

13 Marzo 2009
Vincenzo Tongiani, Presidente Provinciale: «Abbassare tetto per ottenere agevolazione»
Passaporto equino «troppo caro» per i piccoli allevatori-agricoltori della Lunigiana. Solo il 5% delle oltre 700 aziende agricole registrate (80% si trova proprio in Lunigiana) che
hanno dichiarato di possedere un equide, possono infatti godere dell’agevolazione per ottenere il «passaporto» (una sorta di carta d’identità) che gli permette di pagare 18
euro (15,00 Iva) per ogni cavallo, mulo, asino, al posto dei 66 euro (55 Iva) per equini e i 48 euro (40 iva) per asini e muli che dovranno invece sborsare la stragrande maggioranza.
Il conto dell’oste è presto fatto: 48 o 25 euro di differenza. E di questi tempi non è certo poco. Ma poco importa se si tratta di un cavallo destinato al maneggio o di un anonimo
puledro destinato al banco del macellaio, o ancora, di un asinello che invece sarà impiegato per arare i campi e trasportare legna.
La discriminazione per centinaia di agricoltori (e animali), arriva dal regolamento in materia di anagrafe equina attivo dal 1 luglio del 2007 che prevede che tutti gli equidi (cavalli, asini,
muli e bardotti) siano iscritti ad un apposito registro anagrafico gestito dall’Associazione Italiana Allevatori attraverso le Apa provinciali. E fino a qui nulla di strano. Anzi.
Progressivamente questa operazione di censimento permetterà di conoscere quanti e quali cavalli e animali, agricoli e da macello, sono presenti nelle aziende così da avere un quadro
completo.
Censimento che sarà ulteriormente migliorato con l’ingresso, dal 1 gennaio del prossimo anno, del microchip applicato ad ogni equide destinato alla produzione di alimenti (lo prevede una
norma comunitaria). Secondo i dati dell”Apa Provinciale sono oltre cento gli allevatori equini tra Massa, Carrara, e naturalmente la Lunigiana dove si trova il grosso dell’allevamento con oltre
2000 capi destinati alla produzione di carne. E i numeri sono in continuo mutare con il progressivo censimento e il progressivo reinserimento dell’asino nelle attività agricole in
sostituzione di altri animali da reddito.
Il problema – come evidenzia la Coldiretti Provinciale di Massa Carrara – nasce nell’applicazione di questo regolamento che penalizza i piccoli allevatori per privilegiare i grandi:
«c’è agevolazione la dove sono presenti più di dieci fattrici, mentre nelle aziende dove sono presenti da uno a nove cavalli da macello o utilizzati in ambito agricolo, da uno
a nove asinelli e così via, il costo del passaporto è di 66 euro. In una realtà come quella della Lunigiana dove sono presenti aziende con uno, due animali al massimo
significa tagliare le gambe alla micro-impresa agricola. E incentivarne la chiusura o scoraggiarne di nuove. Dove ci sono grandi allevamenti è, al contrario, un vantaggio.
E’ chiaro – analizza Vincenzo Tongiani, Presidente Provinciale Coldiretti – chi ha i numeri si troverà di fronte ad un risparmio, chi non lì ha, ed in questo caso i piccoli
agricoltori che utilizzano per l’attività l’asino o il mulo, o hanno alcuni cavalli da carne, di fronte ad una spesa importante da sostenere. Qualcosa va rivisto se non vogliamo rischiare
di cancellare progressivamente i piccoli allevamenti».
Secondo Coldiretti, dato il contesto attuale di forte crisi e di riduzione degli allevamenti, basterebbe abbassare il tetto del numero di equidi-fattrici per ottenere l’agevolazione a cinque.
«In questo caso oltre il 50% delle imprese della Lunigiana potrebbero ottenere un importante risparmio in termini di passaporto e reinvestirlo in altre attività. In tempo di crisi
come quello che stiamo vivendo la burocrazia e i regolamenti discriminatori possono essere un costo fatale per le imprese».
Da parte sua l’Apa sostiene le motivazione di Coldiretti. «Non è un costo imputabile a noi – spiega Achille Guastalli, Direttore Provinciale – o al servizio da noi svolto di semplice
tenuta del registro. Il regolamento è inserito nell’anagrafe equina e prevede che ci sia una differenziazione tra chi ha un certo numero di fattrici e chi ne ha di meno. Ma c’è da
tenere conto anche del fatto che il passaporto si paga una sola volta nel corso della vita dell’equide. Di contro è anche vero che in Lunigiana in particolare, e in quelle aree a forte
vocazione agricola montana, soltanto una decina di aziende, attualmente, possono godere delle agevolazioni previste. Il resto purtroppo resta fuori».