E153 carbone vegetale, il colorante è cancerogeno?

3 Ottobre 2019
L’E153 carbone vegetale o carbone attivo, è un colorante utilizzato nei prodotti alimentari, a cui conferisce il classico colore scuro.
Carbone vegetale in polvere, cos’è
Il carbone vegetale si presenta sotto forma di polvere nera, che viene ricavata dalla carbonizzazione senza fiamma di alcuni tipi di legno (di pioppo, salice, betulla, ecc.). Il materiale legnoso, infatti, viene portato a temperature molto elevate (600-1200°C) in un ambiente privo di ossigeno. Dopo il processo di combustione, il carbone subisce ulteriori trattamenti volti ad aumentarne la porosità e quindi la capacità di assorbimento. Infine viene polverizzato.
Le proprietà assorbenti del carbone vegetale, non a caso, sono ben note fin dall’antichità. Viene utilizzato efficacemente per limitare i sintomi intestinali, quali:
- Aerofagia, meteorismo e gonfiore addominale
- Reflusso gastroesofageo e acidità di stomaco
- Diarrea e colon irritabile
- Alitosi
- Intossicazione
Pane nero al carbone
Il pane nero al carbone vegetale è oramai un prodotto da forno molto diffuso, che ha visto il boom qualche anno fa. Il Ministero della Salute (nota 1307 del 20 gennaio 2014) ha stabilito che il carbone vegetale può essere impiegato come additivo colorante esclusivamente nei prodotti da forno fini (categoria 07.2), categoria che include prodotti sia dolci che salati come fette biscottate e crackers. Se viene impiegato negli alimenti, inoltre, è necessario informare il consumatore del suo effetto benefico (contribuisce alla riduzione dell’eccessiva flatulenza post prandiale), che si ottiene solo con l’assunzione di 1 g di carbone attivo almeno 30 minuti prima del pranzo e 1 g subito dopo.
Come stabilito dal Ministero della Salute quindi, è ammissibile la produzione di un prodotto della panetteria fine denominato come tale, che aggiunga agli ingredienti base (acqua, lievito e farina), tra gli altri, anche il carbone vegetale come additivo colorante e nelle quantità ammesse dalla regolamentazione europea in materia (Reg. CE 1333/08 All. II Parte E).
2) Non è ammissibile denominare come “pane” il prodotto di cui al punto 1, né fare riferimento al “pane” nella etichettatura, presentazione e pubblicità dello stesso, tanto nel caso in cui trattasi di prodotto preconfezionato quanto nel caso di prodotti sfusi (Articolo 18, Legge 580/67).
3) Non è ammissibile aggiungere nell’etichettatura, presentazione o pubblicità del prodotto di cui al punto 1 alcuna informazione che faccia riferimento agli effetti benefici del carbone vegetale per l’organismo umano, stante il chiaro impiego dello stesso esclusivamente quale additivo colorante.
Il carbone vegetale è tossico?
In molti si chiedono se il carbone alimentare vegetale sia dannoso per la salute. Come riporta il Ministero della Salute, la normativa vigente non fissa per tale colorante una quantità massima d’impiego, ma può essere utilizzato alla dose “quantum satis”, cioè quanto basta, in quantità non superiore a quella necessaria per ottenere l’effetto desiderato e a condizione che i consumatori non siano indotti in errore.
L’ E153 o carbone vegetale è consentito in tutti gli alimenti indicati nell’allegato, Parte E del regolamento UE n.1129/2011 tra cui, ad esempio, i formaggi aromatizzati non stagionati di cui alla categoria 01.7.1, le croste di formaggio commestibili di cui alla categoria 01.7.3, la mostarda di frutta di cui alla categoria 04.2.4.1, i prodotti da forno fini di cui alla categoria 07.2, ecc.
È espressamente vitato invece in tutti gli alimenti riportati nell’allegato, Parte A, tabella n. 2 del regolamento UE n.1129/2011 tra cui, ad esempio, il burro, il formaggio stagionato e non stagionato (non aromatizzato), il pane e prodotti simili, la pasta e gli gnocchi, gli zuccheri, i succhi e nettari di frutta, il sale, succedanei del sale, le spezie e miscugli di spezie, il miele, il malto, ecc.
Secondo l’EFSA, l’autorità europea sulla sicurezza alimentare, il carbone vegetale (E153), utilizzato come colorante negli alimenti, non presenta problemi di sicurezza purché gli idrocarburi policiclici aromatici eventualmente residuati nell’additivo siano inferiori a 1,0 μg/kg.
Nel 2016 il caso fu anche oggetto di un’interrogazione parlamentare indirizzata ai Ministeri della Salute e delle Politiche Agricole e forestali poiché «vista la diffusione in breve tempo di questo tipo di prodotti e le proprietà che vengono attribuite, è fondamentale capire subito ciò che è lecito e ciò che invece può essere rischioso, informando i consumatori.
Carbone vegetale, controindicazioni
Il carbone attivo, proprio a causa del suo elevato potere assorbente, può interferire con l’assorbimento di alcuni farmaci (inclusa la pillola anticoncezionale). Prima di assumerlo quindi, è importante consultare il medico di famiglia. Non è indicato, inoltre, in caso di appendicite o patologie occlusive di stomaco e intestino, e nei bambini. A dosi elevate e se utilizzato per periodi troppo lunghi può causare un effetto costipante.
In caso di feci nere si può stare tranquilli, è un effetto dell’assunzione del carbone vegetale e questo evento non ha alcun significato patologico.
di Antonella Brandonisio e Franco Vergnano
In esclusiva per Newsfood.com
Articolo del 2016 ottimizzato Seo il 3/10/2019