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Dopo il successo della Bonarda dall’Oltrepo pavese arriva il Cruasé

Dopo il successo della Bonarda dall’Oltrepo pavese arriva il Cruasé

By Redazione

40 aziende agricole dell’Oltrepo pavese, comprese nel triangolo che da Stradella a Voghera scende giù fino a Varzi, cioè quelle comprese
nella parte collinare che caratterizza la zona nella quale, nella metà del 1800, il Conte Carlo Giorgi di Vistarino impiantò dei cloni francesi che dovevano dar vita, in seguito,
alla produzione di uno dei migliori spumanti italiani, hanno intrapreso la nuova avventura con la produzione del “Cruasé” (cru = selezione;
asé = rosé).

Dopo l’affermazione della Bonarda un’altra primizia (il disciplinare è del 2007) viene ad inserirsi nella nostra enoteca con quattro distinte produzioni (tutte DOCG) così
suddivise: “Oltrepo Pavese” metodo classico di colore paglierino di 11,50 gradi; “Oltrepo Pavese” metodo classico Pinot nero di colore paglierino con riflessi aranciati di 12 gradi; “Oltrepo
Pavese” metodo classico rosé di colore rosato di 11,50 gradi; “Oltrepo Pavese” metodo classico Pinot nero rosé di colore rosato intenso di 12 gradi. La sua produzione (la matrice
è il Pinot nero) ha una stagionatura minima di quindici mesi e per il millesimato di 24 mesi.

Come tutti gli spumanti ha le sue brave bollicine ma a differenza degli altri esse sono di colore rosato (dovute ad una leggera spremitura del Pinot nero): un colore questo che suscita armonia.
E per questo che i produttori consigliano di consumarlo come aperitivo e di… proseguire per il pranzo, trattandosi di “exrabrut”, “brut” e “brut nature”

Solo se si rispecchiano le procedure prefissate (imbottigliamento con tappo a fungo di sughero e retina metallica di chiusura con impresso “Oltrepo-Cruasé-Metodo Classico”) esso ottiene
il placet del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese e quindi può raggiungere il consumatore.

L’area di produzione viticola pavese raggiunge i 13.500 ettari, posizionandosi al terzo posto tra quelle italiane, ma solo in 3 mila ettari viene coltivato il Pinot nero dal quale si ricava il
Cruasé che viene ad aggiungersi alle altre produzioni di vini rossi fermi ma di alta qualità come la Bonarda apprezzata in tutto il globo.

La battaglia con il rosè della Provenza è appena cominciata. Se quello è un vino rosato ma fermo, il Cruasé ha il vantaggio di essere di un rosato brillante,
potremmo aggiungere allegro e spumeggiante, cosa questa di cui in Europa e in buona parte del Mondo da un po ti tempo abbiamo tanto bisogno.

Non ci resta che augurare lunga vita al Cruasé pavese e ai vini del Consorzio.

Informazioni Tel. 0385 250261

Bruno Breschi
Newsfood.com

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