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Dieta: pochi carboidrati, più colesterolo e malattie cardiovascolari

Dieta: pochi carboidrati, più colesterolo e malattie cardiovascolari

By Redazione

E’ necessario mangiare bene, ma non è facile farlo. Ad esempio, uno dei sistemi più diffusi prevede di tagliare i carboidrati: in apparenza sensato, tale modo di agire aumenta il
colesterolo e le malattie cardiovascolari.

Questo il meccanismo esaminato da una ricerca dell’Università di Umea, di Goteborg ed il Consiglio Nazionale del Welfare (Svezia), diretta dal professor Ingegerd Johansson e pubblicata
su “Biomed Central”.

Gli scienziati hanno messo insieme diverse serie di dati. Per iniziare, i risultati del VIP ( Västerbotten Intervention Programme) del 1985. Tra le sue iniziative, conferenze su salute ed
alimentazione, lezioni sull’etichettatura dei cibi, esami medici ai volontari ed altro. In seguito, i risultati del programma WHO MONICA, creato per monitorare il rischio cardiovascolare.

Si è così notato come per un periodo di tempo (1992-2005) i grassi assunti erano diminuiti: -3% di media per gli uomini, -4% per le donne. Di conseguenza, questo periodo ha visto
calare il colesterolo. Dopo il 2005, la situazione è cambiata: i livelli di grassi saturi sono aumentati, mentre alimenti a basso indice glicemico causavano la riduzione dei carboidrati.
Tuttavia, nonostante tale coppia, i livelli di colesterolo hanno iniziato a crescere, con trattamenti ipocolesterolemizzanti inefficenti nel farli calare. E la crescita di colesterolo generava
quella del rischio di malattie cardiovascolari.

Spiega il capo-ricercatore: “Diete con un basso contenuto di carboidrati/ricche di grassi possono aiutare nel breve termine con una perdita di peso, i risultati di questo studio svedese
dimostrano che la perdita di peso a lungo termine non viene mantenuta e che questa dieta aumenta il colesterolo nel sangue, che ha un forte impatto sul rischio di malattie cardiovascolari”.

Secondo Johansson, ciò prova una verità (sgradita) dell’alimentazione: non esiste la dieta perfetta in generale, ma bisogna costruire un regime valido in base agli alimenti, allo
stato di salute, alle singole esigenze.

FONTE: Ingegerd Johansson, Lena Nilsson, Birgitta Stegmayr, Kurt Boman, Göran Hallmans and Anna Winkvist, “Associations among 25-year trends in diet, cholesterol and BMI from
140,000 observations in men and women in Northern Sweden”, Nutrition Journal 2012, 11:40, doi:10.1186/1475-2891-11-40

Matteo Clerici

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