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Da settembre l’Olio Dante sarà nuovamente italiano al 100%

Da settembre l’Olio Dante sarà nuovamente italiano al 100%

By Redazione

Roma – A volte ritornano. A settembre, dopo l’avventura spagnola in mano al gruppo Sos Cuetara, l’olio Dante torna sugli scaffali di vendita con un
prodotto al 100% italiano. Ad annunciarlo, con soddisfazione, è l’imprenditore di Montesarchio, nel Beneventano, Biagio Mataluni che ha rilevato il marchio, insieme alle storiche etichette
Minerva e Lupi, in una operazione finanziaria, perfezionata ad aprile, di circa 30 milioni di euro che ha ridato italianità al nostro settore oleario.   

Artefice di questa operazione, che ha visto le banche italiane in prima fila (Unicredit, Gruppo Intesa e Bnl), è il più grande complesso produttivo del settore in Italia, il gruppo
Mataluni Oleifici, che prima dell’acquisto di Dante, come precisato dal presidente, in occasione di un convegno a Roma sul ‘rischio di nullificazione dei prezzi del Globalolio’, fatturava 200
milioni di euro e oggi ha raggiunto i 300 milioni, producendo 1 milione di litri di olio al giorno, di tutte le qualità. Con 120 dipendenti, tutti di Montesarchio e con un’ età
media di 29 anni, attivi in un unico stabilimento di 100 mila metri quadrati dove si concentra l’intera filiera produttiva, dal frantoio, agli impianti di raffinazione, alle 18 linee di
imbottigliamento.

Con un restyling della grafica la nuova etichetta dell’olio Dante “darà risalto – afferma l’imprenditore campano – ai territori di provenienza e rappresenterà tutta l’Italia, con le
varie cultivar, ben 350, che rendono unico il nostro patrimonio. Un progetto di valorizzazione che vuole rilanciare l’olio Made in Italy. E che guarda all’internazionalizzazione, in particolare
nei mercati emergenti dell’area Cindia”.   

Ma il problema, tutto italiano, resta quello – continua Mataluni – “di non riuscire a far sistema e così il prezzo di vendita dell’olio non è determinato dalla valorizzazione del
prodotto principe della dieta mediterranea, ma dal brutale incrocio domanda/offerta. Se dobbiamo valorizzare una tipicità la dobbiamo dichiarare e il ministro Zaia, con la trasparenza
dell’origine che finalmente arriva in etichetta, ci ha dato – conclude il presidente Mataluni – una grandissima opportunità e vantaggio competitivo sui mercati internazionali. Ora dobbiamo
riuscire a dare all’olio il prezzo per il valore che l’olio ha e ci riusciremo dialogando con il credito e le istituzioni per promuovere insieme un prodotto che è diverso da quello
mediterraneo e che merita perciò un prezzo diverso”.

Ansa.it per NEWSFOOD.com

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