CoronaVirus: E’ il momento di fare per l’economia delle imprese e delle Famiglie Italiane

5 Marzo 2020
Dopo le misure di sicurezza contro il CoronaVirus, ora è il momento di fare il massimo per l’economia delle imprese e delle Famiglie Italiane… senza perdere tempo
Corona Virus. Fermezza di scelte e sanzioni per la nazione intera. Ponderali interventi nelle “zone rosse” per contenere e sostenere. Diplomazia iniziale contro le “balle” del contagio delle cose, ma poi dura posizione. Rimandare tariffe e imposte è un palliativo. Interventi strutturali per tutti i settori a partire dal turismo e alimentare. Subito 3 grandi interventi di alto lignaggio e sussidiarietà nazionale. Cogliere l’attimo per dare un contributo globale all’innovazione del Belpaese. La comunicazione mondiale è anch’esso uno strumento
Niente paura e niente allarmismi. Non si tratta di terrorismo mondiale. Non deve essere un terremoto mentale psichico e psicanalitico verso “ gli altri”. Non è una battaglia commerciale in cui l’animale sano, o presunto sano, azzanna l’animale della stessa specie che è malato, momentaneamente, dicono tutti gli esperti sanitari del mondo.
Non sono slogan “tutti insieme” che servono, si deve dare per scontato attraverso una unica e sola guida su tutto a livello centrale: e il premier Conte? Bene decida subito.
Poi individualmente e in modo collettivo ognuno deve reagire concretamente e fare la sua parte, eccetto chi è in “status contagio” sintomatico e non. Quindi precauzioni, cautela, buonsenso… ma niente terrorismo mentale.
Tutti i cittadini devono dare un contributo immediato rispettando le leggi, ordinanze… ma uniche, governative, dirette: niente sfruttamento politico di slogan, ci sarà il tempo “dopo” di elencare eventuali errori. E’ il ministero della salute che deve dare il massimo alla popolazione, come il ministero della economia, le banche, le istituzioni: i cittadini più fortunati “ a 360 gradi” devono aiutare chi è stato colpito.
Questo è vera solidarietà, sussidiarietà, sostenibilità, consapevolezza, resilienza. Come? Mi ha fatto piacere ieri, vedere la mia città, Piacenza, (15 km da Codogno) seppur con 5 morti e 350 persone fra terapia tampone e precauzione sotto controllo, ligia agli ordini, senza assembramenti, poca gente in giro, nei negozi, negli uffici postali aperti (per le pensioni), in fila sul marciapiede in attesa di entrare, tante meno auto, parcheggi ovunque, giovani mamme a piedi per strada con bambini o in bicicletta.
Il famoso Pubblico Passeggio alla moda settecentesca di quelli identici di Londra lungo il Tamigi. In città NO2 e PM10 scesi sotto i più bassi limiti a metrocubo dopo 30 giorni di sole. Ristoratori attenti alle regole, bar aperti ma con personale che “guida” i clienti… pur a debita distanza cresce il contatto umano.
Il DL 2 marzo di Conte ha iniziato a dare misure urgenti a sostegno: l’art 33 è chiaro quando condanna e sanziona con multe pesanti, doverose, la richiesta di certificazioni scritte “esente da covid19” da allegare a tutte le merci che partono dall’Italia.
Ma dovrebbero essere WTO, OMS, FAO-ONU, EFSA… a fare subito chiarezza, non stare zitti! Si configura come attacco sleale al commercio: una guerra commerciale, forse anche speculativa. Per questo che occorre un “piano strategico nazionale” impressionante, ma non qualunquista. Troppi politici e Governatori di Regione stanno cercando visibilità e soldi facili.
Non cadiamo nell’errore di fare assistenzialismo, un altro reddito influenzale, un aiuto da contagio. Le imprese sono imprese, vanno trattate come tali. L’occasione è utile per fare chiarezza, per eliminare privilegi, per fare del vero solidarismo fra chi è al centro del danno, chi meno: porre argini ai movimenti è il modello più sicuro.
Rilanciare il “made in Italy” è solo un aspetto, bisogna operare a tappeto su tutto il tessuto con ponderale intelligenza e misura; la UE consenta per almeno 2 anni di sforare il 3% del bilancio. Non è qualche condono o dilazione o cancellazione di tariffe e tasse che risolvono la grave situazione.
La priorità non è la partita di calcio con gli stadi pieni per l’incasso!
Il supercommissario Conte deve, nell’ordine prioritario, agire sulle regioni più colpite in modo diverso, secondo specificità dirette e urgenze contingenti, rispetto alle regioni meno colpite, piuttosto si individuino e allarghino le “zone rosse” con presenza anche di carabinieri ed esercito, senza vergognarsi. Mentre gli interventi strutturali, strumentali e di sostegno comunicativo devono riguardare tutte le Regioni: ma niente cadeaux inutili.
Ci sono fattori strumentali utili nel periodo contingente (6 mesi) e mezzi-fattori totalmente diversi e più strutturali da prevedere per un lungo periodo (2 anni almeno). Priorità assoluta, partendo dalle Regioni del Nord, sono:
- Sostegno al bilancio delle piccolissime imprese sotto i 15 dipendenti o 30 dipendenti, in modo che si mantengano i livelli occupazionali anzi si incrementino, niente foglie di fico, e tanto digitale in più, allargando le maglie contrattuali e fiscali con nuove assunzioni a tempo indeterminato, anche con prestiti a tasso zero oltre il costo netto bancario calcolati dall‘1% al 15% crescente in base al fatturato netto.
- Ammodernamento di tutte le grandi imprese a favore del commercio mondiale 5.0 favorendo prestiti mutui e agevolazioni fiscali e tributarie se gli utili sono totalmente re-investiti nella impresa, ma sempre alla impresa e al prodotto commerciale e non all’imprenditore, con forte impegno di banche e assicurazioni, puntando a interventi operativi rivolti all’export ma anche al mercato interno, arrivando a scelte più rivolte al fatturato aziendale che alle rendite patrimoniali.
- Interventi ordinari e straordinari di lungo periodo, misurati fra zone più a rischio e con più danni, riguardanti i cittadini e in particolare i settori turismo e alimentare, lanciando una campagna stampa mondiale di “onestà” intellettuale delle Italia verso il mondo intero che non ha coperto o sminuito il danno subito, ma ha svolto un compito iniziale fondamentale, da almeno 10 mld di euro. Questo intervento deve essere suffragato/sostenuto da fatti reali che il mondo intero (e l’Europa) ci chiede: ammodernamento dello Stato con eliminazione società inutili, regole semplici nuove di autodeterminazione meno burocrazia e meno uffici, eliminazione di tutti i privilegi di tutti i settori, eliminazione di tutti i frange benefit da tutti i contratti manageriali e non, via agevolazioni a chi ha stipendi garantiti, uniformità di tutte le pensioni nuove a 67 anni per tutti come minimo.
Ci sarebbe tanto altro da fare: certo già così il conto totale è molto vicino ad una spesa netta di 20-25 mld/euro, in parte recuperabile attraverso l’ottimizzazione della spesa pubblica, agevolazioni e delle spese private, come detto.
Va bene all’inizio usare la diplomazia con i Paesi europei e mondiali che sparano “fakes”, mostrare disponibilità e alzare il tiro con multe e sanzioni anche pesanti, ma dopo 48 ore di totale sordità ci vuole più determinazione, meno panegirici soft.
Un plauso a Banca Mediolanum* (n.d.r. … una banca non è un ente benefico… ma ciò dimostra come si possa aiutare gli altri, ottenemdone benefici) che ha fatto un primo intervento di 100.000 euro a fondo perduto per acquisto di strumenti ospedalieri utili. Le altre banche? Le assicurazioni?
Giampietro Comolli
Redazione Newsfood.com
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Giampietro Comolli
Economista Agronomo Enologo Giornalista
Libero Docente Distretti Produttivi-Turistici
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Editorialista Newsfood.com
Economia, Food&Beverage, Gusturismo
Curatore Rubrica Discovering in libertà
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Nota della Redazione di Newsfood.com
Mediolanum* ha investito 100.000 ed ha avuto un ritorno immediato, che proseguirà nel tempo, in termini di campagna promozionale ben più di quanto ha investito. Un esempio da seguire da parte di tante altre imprese… (attenzione però che non siano solo false promesse, meglio documentare in modo ineccepibile l’investimento solidale effettuato).
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