Cibus negli Usa incontra gli operatori dell’alimentare

6 Luglio 2010
Una delegazione di Fiere di Parma ha partecipato a New York alla 56esima edizione di “Summer Fancy Food”, la più importante fiera alimentare alimentare ed ha registrato
grandi opportunità di penetrazione nel mercato statunitense del made in Italy alimentare, che sta passando da una dimensione etnica e di nicchia a sistema di
“referenziamento” strategico per i distributori Usa. La manifestazione, tenutasi dal 27 al 29 giugno, ha visto la presenza di 2500 espositori, tra i quali centinaia di stand italiani, e
degli operatori americani della Grande Distribuzione, della ristorazione, importatori e buyer internazionali.
La delegazione di Cibus, guidata da Elda Ghiretti, Cibus Manager e Marcella Pedroni, Responsabile dei Progetti Internazionali di Fiere di Parma, ha avuto un incontro con un folto
gruppo di operatori e giornalisti specializzati per presentare ai retailer americani ed ai protagonisti del Made in Italy alimentare i programmi di sostegno
all’internazionalizzazione di Cibus negli anni 2011 e 2012. L’incontro è avvenuto al ristorante “Marea”, luogo simbolo del “made in italy but delivered in Usa”, ed è stato
concepito anche come prosecuzione di Cibus 2010 per incontrare sia gli operatori americani che vi avevano preso parte sia la platea dei frequentatori del Fancy Food con
l’obiettivo di fare un check sul made in Italy nel mercato USA.
La riunione si è aperta con una presentazione del Ceo di Fiere di Parma Antonio Cellie, intervenuto in qualità di specialist, che ha sottolineato come stiano rapidamente
mutando le prospettive del made in italy alimentare in USA. Basti pensare che il mercato “Deli”, la vendita di prodotti gastronomici freschi, negli Usa ha continuato a crescere
anche negli ultimi due anni, pur difficili per quanto concerne i consumi americani, raggiungendo la dimensione di 21 miliardi di dollari e diventando quindi la categoria più
importante per i retailers a stelle e strisce; e non dimentichiamo che gli USA sono e resteranno di gran lunga il maggiore mercato alimentare del mondo (basti pensare che le
vendite alimentari nella Grande Distribuzione sfiorano i 400 miliardi di dollari e i consumi complessivi, comprendendo anche gli altri canali di vendita, arrivano a 1.200
miliardi di dollari).
“Tutte le categorie di prodotti alimentari ‘italian inspired’ — ha detto Cellie – dagli oli ai caffè fino a pizza e piatti pronti mostrano tassi di crescita superiori alla
media. Il problema quindi per l’industria italiana è comprendere e gestire questa transizione che sta portando il made in Italy da una dimensione etnica e di nicchia a
sistema di ‘referenziamento’ strategico per il retail statunitense”. “Questo fenomeno sta generando grandi opportunità — ha proseguito Cellie – ma le imprese italiane dovranno
essere in grado di costruire e gestire partnership con catene che mediamente sono da tre a 10 volte più grandi di quelle operanti in Italia e hanno un modello di
relazione completamente diverso. Le fiere specializzate di successo, come Cibus e Fancy Food, servono proprio a questo: a costruire momenti e piattaforme di relazione e di
evoluzione permanente al fine di ottimizzare le relazioni tra le eccellenze dell’offerta e della domanda”.