Bollicine italiane: 2016 ok per Prosecco e Franciacorta

28 Dicembre 2016
BOLLICINE ITALIANE, SI PREANNUNCIA UN 2016 MOLTO POSITIVO.
BENE PROSECCO E FRANCIACORTA.
MALE ASTI E SPUMANTI DOLCI.
L’ESTERO BATTE TUTTI I RECORD.
UN OCCHIO ATTENTO A BREXIT, USA E RUSSIA.
La strada del recupero del boom dei consumi di fine 2008-2009 è ancora in salita e lunga. Più favorite le grandi marche, quelle consolidate sul mercato con una presenza continua. La ripresa dei consumi è data anche dall’accentuato acquisto diretto in cantina e dai consumi domestici.
“Ancora troppo caro il vino al ristorante, eccesso di ricarico” motivano gli interlocutori lovers e occasionali intervistati da Ovse. Un altro dato che ha accompagnato la crisi dei consumi interni nazionali, è il ritorno alla stagionalità e occasionalità del consumo di bollicine perdendo quasi il 10% di consumo spalmato in tutti i giorni dell’anno.
I primi dati raccolti da Ovse ( una catena di 46 referenti nei 28 paesi leder operativi dal 1991) tramite informazioni, dati, sondaggi, indagini svolte direttamente nei vari canali del mercato, quindi nessun dato statistico raccolto alla produzione e certificazione, ma solo risposte precise dal consumatore finale. Circa 5000 i consumatori di riferimento, circa il 50% consolidati da 25 anni, riportano su schede i dati raccolti in Gdo, grossisti, catene alberghiere mondiali, importatori, esportatori, dogane di diversi paesi ( per incrociare i dati), società del monopolio in certi stati, grandi magazzini esteri, uffici ufficiali di raccolta dati e …consumatori finali come bar, ristoranti, enoteche e elative associazioni.
La crescita in Italia è significativa ma contenuta, nell’ordine dell’1% circa al consumo, mentre la varianza ( termine statistico) è più ampia, quasi dell’8%, perché stanno cambiando velocemente i gusti, i luoghi di consumo, la tipologia del consumatore. Anche all’estero, nei paesi più importanti, i consumatori stanno cambiando abitudini e anche generazione.
In Italia il prezzo sta sempre più condizionando la scelta d’acquisto, ma non la tipologia d’acquisto che vede il “sistema Prosecco” coprire i circa i 2/3 del consumo interno. In Italia il metodo tradizionale tiene bene la sua quota, anzi cresce a discapito del concorrente principale, lo Champagne che negli ultimi giorni di dicembre ha presentato offerte interessanti di piccoli marchi al di sotto dei 20 euro/bottiglia in piena concorrenza con Franciacorta e Trentodoc. Il Franciacorta cresce nei consumi sia domestici che in horeca per il 4%, stabile il Trento Doc.
Tengono a livello locale le piccole nicchie di prestigio, come Verdicchio, Lugana, Gavi, Alto Adige, Altalanga. Dati negativi per tutte le altre bollicine come Oltrepò Docg-Doc.
Gli spumanti italiani in totale ( mercato nazionale) segnano un aumento del prezzo medio al consumo dello 0,5%, posizionato a 6,9 €/bott al consumo finale. Si presume un consumo reale nel 2016 di 142 milioni di bottiglie. In calo i numeri di Champagne e di tutte le altre etichette importate, anche perché si è molto ridotto il commercio della re-esportazione dall’Italia di Champagne di grandi marchi.
Continua per il vino italiano il boom all’estero, un boom però molto-molto legato alle sole bollicine. Il mercato Usa lancia qualche segnale negativo in generale. La Russia dovrebbe mantenere il consumo attuale restando per Asti e altre tipologia di Spumante un forte mercato di riferimento, fatto salvo letture di contenimento e di scambio con eventuali ulteriori restrizioni doganali e di sanzioni commerciali.
La Cina resta, annualmente, una incognita: nel 2016 bene vini bianchi e rossi, meno bene le bollicine, ma bene i frizzanti. Quindi è tutto da vedere numeri in mano. Il Regno Unito mantiene salda la leadership dei consumi e anche delle spedizioni diventando, per alcuni brand nazionali, un mercato di riferimento anche per altri paesi come l’India e il sud Africa.
In ogni casi Brexit o non-Brexit la partita da giocare è sul lungo periodo e riguarda soprattutto quale politica commerciale intendono attivare prima possibile le aziende vinicole italiane verso i grandi importatori internazionali e nazionali con sede a Londra e come intendono attivare un forte canale e-commerce del vino con o senza i supporters mondiali. Questo è uno dei grandi aspetti da affrontare.
Il nostro augurio è che molti fondi europei-italiani ( Psr-Fers 2017-2020) inserisca fra le voci attive anche il web-commerce.
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Giampietro Comolli
Economista Agronomo Enologo Giornalista
+393496575297
Economista Distretti Produttivi Wine&Food – Fondatore O.V.S.E. – C.E.V.E.S. ®©
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Nota: Giampietro Comolli è Editorialista di Newsfood.com,
Curatore della Rubrica di economia, food&beverage e Gusturismo e della rubrica “Cum grano salis“
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