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Bambini e merenda: piccoli consigli pratici

Bambini e merenda: piccoli consigli pratici

By Redazione

Negli ultimi anni, i bambini d’Italia hanno mostrato una maggiore indipendenza, sia decisionale che economica: secondo uno studio Eurispes, 7 su 10 ricevono una paghetta che li rende abili a
spese autonome. Ciò si concretizza nella merenda, pasto sempre più scelto da loro. Nonostante la voglia di fare e di rendersi autonomi sia positiva, mangiare male è un
problema, con la buona merenda spesso insidiata da snack e “pasticci” poco sani.

In aiuto dei genitori, i consigli del tandem formato dalla professoressa Anna Maria Ajello, docente di Psicologia dell’educazione presso l’Università di Roma La Sapienza, e la dottoressa
Maria Rita Spreghini, nutrizionista pedagogista, entrambe consulenti del sito merendineitaliane.it.

Primo punto fondamentale, capire che la merenda è un pasto fondamentale, da non saltare. Come ricordano le studiose, la merenda non è un premio od uno sfizio ma uno dei
cinque pasti-base della giornata.

Fissato questo, bisogna insegnare ai figli cosa utilizzare per tale momento. Ajello e Spreghini puntano sull’equilibrio: mamma e papà devono cioè gestire con sapienza il bastone e
la carota, il divieto ed il permissivismo.

In ogni caso, da evitare il terrorismo psicologico: demonizzazioni, minacce e liste di proscrizione non convincono i piccoli, ma anzi possono accendere il fascino del proibito

Oltre a questo, fondamentali sono esempio ed affiancamento. E’ inutile predicare bene quando si salta la merenda o si consiglia al piccolo frutta mentre si divora una ciambella
iper-carica. Perciò, sostiene Spreghini, “Preparare la merenda insieme è il modo più utile per capire le porzioni e cosa scegliere per questo è consigliabile far
sì che i bambini entrino in cucina e che siano presenti nel momento in cui si sceglie cosa mangiare, invece di dare loro una merenda già decisa da noi”.

Allora, il bambino deve essere coinvolto non vittima delle decisioni. In altre parole, Preparare la merenda insieme è il modo più utile per capire le porzioni e cosa
scegliere”. E’ quindi giusto “Far sì che i bambini entrino in cucina e che siano presenti nel momento in cui si sceglie cosa mangiare, invece di dare loro una merenda già decisa
da noi”.

Riguardo al quanto, sono utili i giochi di parole. Il bambino verrà spinto a capire come “A metà pomeriggio si fa uno spuntino, non uno spuntone”, e sarà moderato
colle quantità. A riguardo, gli addetti ai lavori fissano nel 5-7% dell’energia quotidiana il rifornimento che la merenda deve fornire.

In generale, mamma e papa possono iniziare con soluzioni, metà e metà, gusto e salute: piccoli panini, e merendine da forno, uniti a te, latte, spremuta, frullati o il classico
bicchier d’acqua. Infatti, non bisogna trascurare i liquidi, spesso ignorati dai minori.

Obiettivo difficile, ma significativo, è fare accettare la frutta, quasi sempre nella lista nera di bambini e bambine. A riguardo, le due scienziate evidenziano l’importanza dei
trucchi (in senso positivo). Tra questi, il migliore è “puntare sul colore, che attira molto i bambini”, magari assieme a qualche festicciola, occasione per “un frutta-party”,
cioè “Un buffet in cui la frutta sia protagonista, ricco di macedonie, spiedini di frutta e dolcetti alla frutta”.

Infine, va messo in chiaro come la merenda va consumata con i suoi tempi. I modi corretti perdono così di valore se si ha troppo fretta.

FONTE: ufficio stampa INC – Istituto Nazionale per la Comunicazione

Matteo Clerici

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