Azienda agricola Cosimo Taurino di Guagnano: Rubate 11.580 bottiglie di vino di qualità

7 Agosto 2014
Ladri dal palato fine quelli che hanno forzato i cancelli di una delle più importanti aziende agricole della Puglia, la Cosimo Taurino di Guagnano, portando via 15 bancali carichi di 112 cartoni da sei bottiglie di vino, per un totale di 11.580 bottiglie che sul mercato valgono qualche centinaia di migliaia di euro.
Bottiglie pronte per essere spedite in Canada e in alcuni ristoranti pugliesi, dice l’amministratore dell’azienda, Rosanna Taurino. E, quindi, le più pregiate che produce la cantina fondata dal compianto Cosimo Taurino nel 1970 quando, annoiato di fare il farmacista e nello stesso tempo ansioso di proseguire l’attività di famiglia, decise di dedicarsi solo a produrre vino di qualità. Così come aveva fatto il padre Francesco, che lo mandava in Toscana, in Piemonte e in Francia dove veniva utilizzato per migliorare prodotti piuttosto anemici. Con una differenza, però, imbottigliarlo con il suo nome, il vino. Trovato l’enologo giusto, Severino Garofano, decidere l’imbottigliamento fu questioni di attimi. Così cominciarono a circolare bottiglie di due grandi rossi a base di uve negroamaro, Patriglione e Notarpanaro.
Quelli che adesso hanno portato via i ladri che per la dinamica del furto, probabilmente o hanno fatto dei sopralluoghi prima di agire oppure conoscevano bene la cantina. Visto che, secondo voci diffusi da chi avrebbe raccolto qualche confidenza dagli investigatori, sono andati a colpo sicuro, puntando subito sui bancali che contenevano le bottiglie più pregiate di vino rosso e, cioè, Patriglione, e quello dedicato a Cosimo, deceduto una domenica di agosto del 1999, a sessant’anni di età.
Dell’evento delittuoso gli inquirenti sono molto restii a raccontare i dettagli. Si sa che la cantina, ubicata nella zona industriale di Guagnano, lungo l’ex statale 605 che collega Lecce a Brindisi e attraversa l’area dove si coltivano le migliori vigne di negroamaro, non è dotata né di sistema di allarme, né di telecamere di videosorveglianza. I guardiani sono solo due cani: un pastore tedesco e un rotweiler che pare siano stati narcotizzati dai malviventi, per operare nella massima tranquillità.
E’, secondo quanto si è potuto apprendere, il primo caso di furto di vino direttamente in cantina. E che vino, poi. Per questa importante cantina che anche dopo la prematura scomparsa del fondatore ha continuato ad essere punto di riferimento per il vino del Salento di grande qualità, l’atto criminoso potrebbe creare non pochi problemi, specialmente in un momento di difficoltà per le produzioni enologiche che, a quanto pare, subiscono i contraccolpi della crisi economica che produce anche una contrazione delle presenze nei ristoranti. A fare da contrappeso c’è la determinazione degli eredi di Casimo Taurino e, cioè, la moglie Rita, la figlia Rosanna e il genero Antonio Bello, che sicuramente non faranno mancare i grandi vini di Casa Taurino nei ristoranti e nelle enoteche che contano.
Michele Pizzillo
Newsfood.com