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Alla 66.a Fiera del bovino di Cremona resta in sospeso il prezzo del latte

Alla 66.a Fiera del bovino di Cremona resta in sospeso il prezzo del latte

By Redazione

A poche ore dell’inaugurazione della 66.a Fiera Internazionale del bovino da latte, che avrà luogo a Cremona dal 27 al 30 ottobre, ancora resta in
sospeso il prezzo del latte che le grandi aziende non vogliono riconoscere ai produttori.

Si tratta di un grosso handicap per una manifestazione che di anno in anno richiama espositori e visitatori da ogni angolo del nostro territorio e da mezza Europa (quest’anno saranno presenti in
qualità di osservatori esperti del settore provenienti anche dall’Inghilterra ,dalla Repubblica Ceca, Olanda, Finlandia e Canada).

Le cifre ci dicono che per 4 giorni 847 ditte provenienti da 15 Paesi delle quali il 17% formate da espositori stranieri saranno a Cremona, mentre ben 400 vaccini occuperanno una parte
dell’area espositiva e 33 saranno complessivamente i convegni e i seminari.

Che una particolare attenzione viene posta a questa manifestazione lo è la crescente presenza dei “concorrenti” stranieri, in special modo francesi e tedeschi, mentre una larga massa di
turisti coglie l’occasione per scoprire anche le bellezze di una città culturalmente molto avanzata e ricca di importanti monumenti.

Ma accanto a questa Fiera a Cremona verrà trattato anche il settore della suinicoltura che, superata la recente crisi, è in una fase di
rilancio ed è alla ricerca dell’animale da allevare che meglio risponda alle richieste del mercato.

Latte e maiale da una parte mentre una nuova area viene, per la prima volta, messa in cantiere la EXPO CASEARIA. Se si tiene conto che nel 2009 questo
settore ha prodotto ben 14 miliardi di euro non è difficile comprendere la validità di una mostra che evidenzia le capacità produttive e qualitative dei nostri produttori e
che a Cremona potranno essere confrontate con quelle degli altri stati.

La tecnica dell’alimentazione in questi ultimi anni ha fatto passi da gigante sia nel settore produttivo che in quello per la salvaguardia della salute del consumatore. Il caso della mungitura
meccanica che pian piano sta prendendo sempre più piede negli allevamenti di una certa consistenza, come il collare che controlla la ruminazione dell’animale sono elementi importanti sia
per conoscere la salute del bovino come della qualità del suo latte. Cosa questa di estrema importanza per avere dei prodotti caseari di alta qualità come il parmigiano padano, il
reggiano, il gorgonzola e via di questo passo. Prodotti unici che per buona parte valicano i nostri confini allargando il nostro export.

Nasce da qui la lotta contro la contraffazione che proviene da paesi esteri che fanno apparire la loro merce (spesso con bassissimo valore alimentare)
come prodotta in Italia e che ritroviamo, purtroppo, anche sui nostri banchi.

A Cremona si parlerà di questi problemi tra seminari e tavole rotonde, così come un grosso contributo verrà dalla esposizione delle nuove apparecchiature tecniche per la
lavorazione sia della terra che per la fabbricazione dei prodotti e per la nutrizione degli animali, siano essi bovini che suini.

La Lombardia è la prima regione agricola del nostro paese e una tra le più grandi del nostro Continente. E’ importante che proprio da qui
partano (la questione delle multe per le quote latte con la loro rateizzazione sta per concludersi) le scelte per il rilancio di un settore che fortemente risente dell’aumento dei costi delle
materie prime per l’alimentazione animale.

Da Cremona, da più parti, si attende, è bene ricordarlo, la notizia circa le linee da rivedere a livello della Comunità Europea per una più tangibile e rispondente
direttiva del PAC per l’agricoltura e dintorni, filiera e tracciabilità dei prodotti comprese. Elementi essenziali per lo sviluppo della produzione intensiva e vincere stabilmente la
crisi che, purtroppo ancora aleggia sul settore.

Un altro punto dolente è la insufficiente promozione interna (ma principalmente internazionale) dei nostri prodotti che la Fiera di Cremona deve prendere di petto e, speriamo, tra una
tavola rotonda e l’altra venga dibattuto e preso nella massima considerazione.

Bruno Breschi
Newsfood.com

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