Agricoltura e cooperazione: un rapporto da rafforzare
14 Marzo 2007
Rafforzare i rapporti fra mondo agricolo e cooperazione per sviluppare strategie sempre più propulsive nell’agroalimentare, in modo da fornire certezze ai produttori e affrontare con la
dovuta incisività e unitarietà d’azione le prossime immediate scadenze in campo europeo, a cominciare dalle riforme dell’Ocm ortofrutta e vino. E’ questo uno degli aspetti emersi
durante l’incontro che si è svolto a Roma, tra i presidenti della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi, della Fedagri-Confcooperative Paolo Bruni, della
Legacoop-Agroalimentare Luciano Sita, dell’Agci-Agrital Giampaolo Buonfiglio e dell’Ascat-Unci Antonio Fronzuti.
Nel corso della riunione, che si è tenuta nella sede nazionale della Cia, è stata riaffermata l’importanza di un coordinamento fra le due realtà, proprio per dare risposte
valide alle esigenze degli imprenditori agricoli che oggi fanno i conti con una difficile crisi strutturale e con un evidente calo dei redditi. Un coordinamento che, peraltro, si è
realizzato in modo significativo fra le forze cooperative del nostro Paese.
In tale contesto, il presidente della Cia ha rilanciato la proposta di un Tavolo permanente di coordinamento tra le organizzazioni agricole e la cooperazione al fine di rilanciare la crescita e
lo sviluppo delle imprese. Un Tavolo per affrontare e cercare di risolvere i gravi problemi che condizionano pesantemente l’agricoltura italiana.
Concetto questo che è stato sottolineato da Bruni che, a nome degli altri presidenti, ha voluto rimarcare il clima positivo che anima il rapporto tra Cia e cooperazione ed ha valorizzato
l’idea lanciata qualche tempo fa da Politi per l’istituzione di una “Cabina di regia” tra organizzazioni professionali e cooperative. “Occorrono -ha affermato il presidente della
Fedagri-Confcooperative- meno cooperative, ma più cooperazione orientata a rafforzare il fatturato agricolo complessivo”.
Gli altri aspetti affrontati nel corso dell’incontro sono stati quelli dell’aggregazione fra le imprese e del rafforzamento di filiera, dove l’agricoltura abbia un ruolo da protagonista.
Passaggi questi obbligati per dare consistenza alla competitività e promuovere e valorizzare i prodotti “made in Italy” sui mercati internazionali.