Aduc: “Siano le scuole ad acquistare i libri di testo e a distribuirli agli studenti”

28 Agosto 2009
Come ogni fine estate, si ripropone l’annosa questione dei crescenti costi dei libri di testo nelle scuole. Questione a cui si è cercato di porre rimedio con il cosiddetto tetto di spesa e
osservatori vari, misure simboliche e prevedibilmente inefficaci di fronte alle leggi di mercato.
L’unico modo per “obbligare” gli editori a diminuire i prezzi è aumentare il potere contrattuale dell’acquirente. E per fare ciò, possiamo seguire l’esempio degli Stati Uniti, della
Gran Bretagna e di altri Paesi europei: siano le scuole ad acquistare i libri di testo e a distribuirli agli studenti, i quali a fine anno li restituiranno per gli studenti dell’anno successivo.
Se i libri vengono danneggiati, lo studente dovrà pagare per ripararli oppure riacquistarli. La vita media di un libro di testo potrebbe così essere di cinque anni, con un risparmio
dell’80% per ciascun studente.
In questo modo non sarebbero soltanto gli editori a stabilire i prezzi dall’alto, ma anche le scuole o i distretti scolastici, che avrebbero un maggiore potere d’acquisto rispetto al singolo
studente. Gli editori sarebbero disincentivati dal produrre una nuova edizione ogni anno con l’intento di evitare il “riciclaggio” dei libri usati, perché le scuole probabilmente non
comprerebbero nuovi libri di testo per alcuni anni.
Questa è la soluzione adottata dal sistema educativo pubblico degli Stati Uniti, dove il primo giorno di scuola ogni studente, dalle elementari alle superiori, riceve gratuitamente i libri
di testo. Per ultimo, visto che i libri di testo rappresentano la maggiore spesa che le famiglie devono affrontare per mandare i propri figli alla scuola dell’obbligo, riusciremmo a rendere
effettivo l’articolo 34 della Costituzione, laddove prevede che almeno l’istruzione inferiore sia gratuita oltre che obbligatoria.
Pietro Yates Moretti
Vicepresidente Aduc – Associazione per i diritti degli utenti e consumatori