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Giudici di pace: meglio eliminarli perché troppo efficienti?

By Giuseppe

Documento unitario dei Giudici di Pace inviato al Ministro Andrea Orlando
Documento unitario dei Giudici di Pace inviato al Ministro Andrea Orlando

Franco Antonio Pinardi,
 Segretario Generale Giudici di Pace:
Nel panoramico catastrofico della giustizia italiana, con nove milioni di procedimenti pendenti ed un danno stimato di 350 milioni per i conti pubblici, solo per il risarcimento del danno correlato alla durata dei processi, la giustizia di pace si caratterizza per efficienza ed economicità, con due milioni di procedimenti chiusi all’anno, con  una tempistica media di 374 giorni.
Al giudice di pace della legge di fondazione (L. 374/91), composto per lo più da funzionari della pubblica amministrazione in pensione e caratterizzato da competenze prettamente conciliative, si è giunti all’attuale magistrato di pace, proveniente dalle file dell’avvocatura o della magistratura onoraria di Tribunale, cui sono state affidate competenze  sempre più ampie, che passano dalla giustizia civile, penale, amministrativa, sino alla competenza pressoché esclusiva  in materia di immigrazione clandestina, che vengono svolte senza particolari criticità e con una media marginale di impugnazione delle decisioni, pari al 2% circa .
E’ evidente, quindi,  che nell’attuale sistema giudiziario la magistratura di pace riveste un ruolo fondamentale e, come non si può pensare di farne a meno, altrettanto è necessario porsi il problema  di una riforma della categoria che valorizzi ed implementi la professionalità ed il rafforzamento dei principi di autonomia ed indipendenza, i quali devono necessariamente essere posti a fondamento della funzione, e che deve valere, pertanto, per ogni magistrato anche per quello generalista, di prossimità, che tratta le cause dei cittadini, delle piccole e medie imprese  e degli immigrati.
E ciò a maggior ragione, dopo la normativa che ha modificato la geografia giudiziaria, ed ha costruito gli uffici giudiziari sulla base del giudice di pace, come giudice di primo grado,  e del Tribunale come magistratura sempre più specialistica e  che tratta le materie di particolare complessità tecnica.
In tale contesto storico,  è necessario quindi operare una riforma che valorizzi le prerogative della giustizia di pace, nel rispetto dei principi costituzionali dell’indipendenza ed autonomia, ovvero che superi la precarietà del magistrato, le modalità di retribuzione a cottimo, e ne garantisca i diritti fondamentali con il riconoscimento della previdenza e della assistenza obbligatorie.
La Confederazione dei Giudici di Pace – C.G.d.P. e le altre associazioni di categoria stanno quindi collaborando fattivamente al Tavolo tecnico sulla Riforma istituito dal Ministro Orlando, con un documento unitario che riporta le istanze suddette, e che, in un’ottica di riforma complessiva della giustizia, propone l’aumento delle competenze in ambito civile e penale, con una positiva ricaduta immediata sul risarcimento del danno per la eccessiva durata dei processi e con un risparmio generale per lo Stato e i cittadini. Ma, ciò che conta più di tutte è la garanzia di un magistrato professionale, terzo ed indipendente per tutti i cittadini, come è normale per un Paese europeo, che conta all’interno del consesso d’Europa”.

Franco Antonio Pinardi
Newsfood.com

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