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Una grande confusione sotto il cielo

By Redazione

Ci sarebbe bisogno innanzitutto che il PdL e tutto il centro-destra chiarissero definitivamente con chi stanno: se con i comitati spontanei per il ritorno alla gestione pubblica ( Co.Ci.Da.,
Comitato di Colle Cottorino etc?) o con i loro partiti nazionali che attraverso il ministro Tremonti hanno presentato un DDL che ripropone il vecchio testo presentato dal governo Prodi (
ministro Lanzillotta) sulla liberalizzazione dei servizi pubblici, che esclude tassativamente tale possibilità ed «impone come unica scelta quella della gara ad
evidenza pubblica per scegliere un gestore privato sul mercato, con caratteristiche riconosciute di esperienza e capacità di gestione».

Tutto il resto sono chiacchiere al vento o se permettete, miseri tentativi di pescare qualche voto in mezzo a chi, magari in buona fede, pensa ancora che siccome l’acqua è
proprietà del demanio essa debba essere necessariamente gestita non con caratteristiche industriali di efficienza e qualità, ma attraverso gestori pubblici ( consorzi,
società miste etc..) che troppo facilmente vengono influenzati dalla politica della spartizione. Altro che riduzione dei costi della politica!

E sempre a proposito di questo, spiace deludere gli esponenti del Centro Destra, ma fanno un po’ di confusione tra le autorità giuridicamente deputate alle funzioni di indirizzo e
controllo ( gli ATO ) e il soggetto gestore del Servizio Idrico Integrato, che va scelto tra le forme previste dalla legge Galli e riconfermate dalla successiva legge 156/2006.

Pertanto, già oggi i sindaci svolgono questa funzione di programmazione e controllo, attraverso l’assemblea, attraverso la consulta e attraverso la struttura tecnica di supporto e
cioè la Segreteria Tenica Operativa.

Funzioni svolte già oggi nell’ ATO 5 senza compensi e senza costi. Certo si può discutere se tutto è stato fatto al meglio, ma questo è un
dato: le funzioni pubbliche esercitate nel nostro ambito non costano un euro!

Se poi si pensa di imitare quanto successo a Latina, ove legittimamente è stata scelta la forma di gestione della società mista, 51 % pubblica e 49 % privata, sappiano
i nostri colleghi ciociari che il presidente del c.d.a. ha un’indennità di svariate decine di migliaia di euro e lo stesso dicasi per gli altri membri e che gli eventuali debiti di
gestione devono essere ripianati dagli stessi comuni che fanno parte dell’ATO 4. Con i tempi che corrono per gli enti locali, ve la sentite di riproporre anche qui questa soluzione ?

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