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Sostegno a distanza: presentazione in Provincia di Biella

By Redazione

Biella – Questo pomeriggio l’assessore provinciale alle politiche sociali Flavio Como ha incontrato le associazioni biellesi che si occupano di sostegno a distanza: la nuova forma di
solidarietà che si sta diffondendo in questi anni per portare un aiuto concreto ai paesi più poveri.

Oltre alle iniziative che ciascuno ha in cantiere, l’incontro è stato l’occasione per presentare un pieghevole con il quale la Provincia descrive il ruolo delle associazioni biellesi e
il progetto creato quest’anno dall’assessorato alle politiche sociali.
Vale a dire un impegno triennale a favore della scuola elementare di Cité de Soleil (Haiti) per sostenere le spese di personale e materiale scolastico e didattico.
Un modo per aiutare non un solo beneficiario ma una intera comunità, grazie alla collaborazione di Carlo Maria Zorzi, volontario biellese da anni attivo in progetti a Capo Verde, Rwanda,
Burundi e Haiti.

Il pieghevole sarà distribuito ai cittadini sabato 15 dicembre in occasione di “Altro Natale”, la manifestazione benefica che si svolge ogni anno sotto i portici del Comune di
Biella.
Così l’assessore alle politiche sociali della Provincia, Flavio Como, descrive il senso dell’incontro di oggi: «Sono molte le associazioni di varia estrazione e ispirazione che
propongono forme di sostegno a distanza. L’amministrazione provinciale ha avvertito l’esigenza di censirle ma soprattutto di consentire a questi enti di incontrarsi e confrontarsi per definire
sia i principi costitutivi e associativi di riferimento sia le modalità operative, con particolare riguardo alla trasparenza nella rendicontazione delle iniziative assunte».
Ma che cos’è il sostegno a distanza? Nelle parole dello stesso Como è un «modo per aiutare i bambini e le loro famiglie nel proprio paese d’origine, fornendo assistenza per
cibo, vestiario, cure mediche, mantenimento agli studi, case-famiglia, maternità e tanto altro ancora con un semplice contributo economico. Al contrario dell’adozione, così il
bambino straniero rimane nella famiglia d’origine e cresce nel proprio paese».

Per coordinare questa forma di solidarietà a livello nazionale è nato l’Elsad, composto dai comuni capoluogo provinciale e dalle province italiane nel cui territorio siano attivi
progetti di sostegno a distanza.

La Provincia di Biella vi aderisce con l’impegno a stimolare nel Biellese la crescita del sostegno a distanza e favorendo l’incontro tra cittadini sensibili e organizzazioni operanti sul
territorio.

Di seguito, un elenco delle associazioni del Biellese che si occupano di sostegno a distanza.

“Gli Amici di Ndugu Zangu” accoglie e sostiene, in Kenya, bambini, orfani e giovani garantendo un’istruzione di base e preparando al lavoro.

L’Associazione “Amici biellesi famiglie senza forntiere”, fondata nel 1987, attua piccoli progetti riguardanti il potenziamento di strutture scolastiche, accoglienza di bambini, ammalati,
ragazze madri, vecchi e disabili. Applica i principi della “Carta della donazione” garantendo che le quote per i sostegni a distanza siano immediatamente trasmesse alle missioni per l’ordinaria
amministrazione dell’associazione. Opera in India.

L’Associazione “Voglio vivere Onlus” si propone di diffondere il messaggio di pace di Raoul Follereau, intervenire per la cura della lebbra, sostenere la crescita dei bambini, la loro
educazione e formazione, la realizzazione di interventi di cooperazione internazionale con le popolazioni dei paesi più poveri. Opera in Madagascar, Argentina, Sri Lanka, Brasile.

La “Comunità biellese Aiuti umanitari” offre sostegno a distanza ai bambini di Bujumbura, in Burundi e Ruanda.

I “Medici con l’Africa Cuamm” sono ex volontari che attuano iniziative di sensibilizzazione dell’opinione pubblica per raccogliere fondi per l’Africa.

“Cesvitem” (Centro sviluppo terzo mondo) promuove processi di sviluppo socio economico e partecipazione democratica con progetti promossi dalle comunità locali di Perù, Mzambico,
Ciad, Kenya.

E ancora l’Unicef, il fondo per l’infanzia delle Nazioni Unite, che opera in 156 paesi, la

Commissione diocesana per Brasile e Perù e alcuni volontari che operano individualmente.

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