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Sipo sostiene il progetto Ager-Stayfresh per la sicurezza e la qualità dei vegetali di IV gamma

Sipo sostiene il progetto Ager-Stayfresh per la sicurezza e la qualità dei vegetali di IV gamma

By Redazione

Bellaria Igea Marina (RN) – SIPO ha aderito al progetto AGER-STAYFRESH, presentato per la prima volta agli operatori del settore durante Macfrut 2011 nel corso del convegno dal
titolo “La tecnologia a supporto della filiera dei prodotti di IV gamma” organizzato dal Dipartimento di Ingegneria Agraria dell’Università degli Studi di Milano.

Si tratta di un progetto di ricerca triennale (2011-2014) sui vegetali di IV gamma finanziato per un valore complessivo di 1 milione 225 mila euro da AGER (Agroalimentare e Ricerca),
un’associazione di tredici fondazioni bancarie creata con lo scopo di promuovere progetti di ricerca scientifica finalizzati a favorire lo sviluppo di settori strategici del comparto
agro-alimentare italiano e a realizzare reti di collaborazione tra aziende e centri di ricerca, che vede coinvolte le Università di Udine (capofila del progetto), di Milano, Bologna,
Teramo, il Parco Tecnologico Padano e il Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura. L’obiettivo è di individuare soluzioni integrate ed innovative atte a migliorare la
sicurezza e la qualità dei prodotti ortofrutticoli di IV gamma, mirando a risolvere alcune delle principali criticità della filiera produttiva.

La struttura del progetto prevede parti “trasversali” finalizzate allo studio di problematiche comuni e parti “verticali” dedicate a problematiche tipiche delle specifiche filiere, dove le
competenze multidisciplinari dei centri di ricerca consentiranno di affrontare in modo integrato le problematiche connesse alla produzione in campo, alle operazioni di lavaggio, a trattamenti
di stabilizzazione e confezionamento, nonché di sviluppare metodi e protocolli di previsione della shelf-life. Si procederà inoltre allo studio della sostenibilità
ambientale delle produzioni di IV gamma in termini di produzione di CO2 e di consumi idrici al fine di definire un’etichetta “verde”del prodotto finito.

“Una parte importante del progetto sarà dedicata infatti alla sostenibilità ambientale e porterà alla definizione della Green Label – ha sottolineato nel corso del convegno
Riccardo Guidetti, Professore di Progettazione e logistica dei sistemi di ristorazione dell’Università degli Studi di Milano. In una prima fase saranno stabiliti i confini del concetto
di sostenibilità, in modo da poter quantificare il livello di produzione di CO2 e di consumo idrico delle colture prese in esame. Ciò consentirà, in un secondo momento – ha
aggiunto – di fissare dei parametri numerici ottimali, che mostrino al consumatore se il prodotto è davvero rispettoso dell’ambiente”.

SIPO è la prima azienda del settore a sostenere il progetto AGER-STAYFRESH, consapevole del fatto che la qualità del prodotto finito è determinata da una serie di
importanti fattori lungo tutta la filiera di produzione quali la scelta di una materia prima idonea e di buona qualità, la valutazione dei punti critici di controllo e la successiva
applicazione delle buone pratiche di lavorazione; le basse temperature di processo; l’accurata pulizia della materia prima e degli impianti prima delle operazioni preliminari di selezione e
taglio, l’acqua di lavaggio in buone condizioni chimico-fisiche e microbiologiche, il basso utilizzo di additivi nelle acque di lavaggio, i materiali idonei al confezionamento alimentare e
infine il costante mantenimento della catena del freddo.

In particolare, la scelta della materia prima è legata alle caratteristiche organolettiche, nutrizionali e funzionali, al giusto grado di maturazione e quindi all’opportuno periodo di
raccolta, alla loro attitudine al lavaggio e mondatura, nonché alla bassa suscettibilità a fenomeni di imbrunimento enzimatico derivanti ad esempio da operazioni di taglio.
“Seguiamo direttamente le coltivazioni utilizzando disciplinari di produzione che limitano l’utilizzo di fitofarmaci – ha dichiarato durante la sua relazione al convegno Laura Alessandrini,
tecnologa alimentare di SIPO – ottenendo così produzioni controllate che adottano programmi di lotta integrata. Ed ogni anno vengono impegnati circa 200 ettari di terreno in campo aperto
per l’approvvigionamento del prodotto controllato”.

Le principali colture da cui derivano i prodotti di I e IV gamma (radicchi, sedani, spinaci, baby leaf, rucola, carote, indivie) provengono dalle migliori zone di approvvigionamento italiane
con un rifornimento costante per 12 mesi l’anno. L’azienda dispone infatti di partnership che monitorano continuamente le aziende fornitrici ed ogni anno individuano nuove aree potenzialmente
produttive, ad esempio la Sardegna. “La valutazione dei fornitori avviene tramite l’ufficio tecnico interno – precisa Alessandrini – che effettua le opportune verifiche ispettive. Mentre per
quanto riguarda i capitolati di produzione, SIPO gestisce le aziende da cui ottiene la materia prima mediante linee guida che noi stessi predisponiamo. Infine disponiamo di un sistema di
rintracciabilità del prodotto in grado di risalire in ogni momento alla sua origine e a tutti i controlli ai quali è stato sottoposto”.

In conclusione, le esigenze dell’azienda nei confronti della ricerca sono improntate ad una maggiore selezione delle sementi per le colture destinate alla produzione di ortaggi di IV gamma e al
miglioramento delle caratteristiche organolettiche e nutrizionali della materia prima. Fattori che, insieme alle innovazioni che negli ultimi 30 anni si sono succedute per migliorare i processi
di produzione, possono concorrere a determinare non solo una maggiore qualità del prodotto finito ma anche un aumento della sua shelf-life.

www.sipo.it

Redazione Newsfood.com+WebTv

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