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Sanità: la giunta abruzzese da l'ok a regolamentazione centri riferimento

By Redazione

Pescara, 29 Ottobre 2007 – La Giunta regionale, su proposta dell’assessore alla Sanità, Bernardo Mazzocca, ha deliberato la regolamentazione dei Centri di Riferimento Regionali
(CRR), strutture che saranno parte integrante del Piano Sanitario regionale, un provvedimento che si lega al Piano di riordino della rete ospedaliera, nel contesto delle azioni tese migliorare
il livello qualitativo dei servizi e delle attività degli operatori che, nel tempo, hanno sviluppato profili professionali di alto livello.

Le richieste di riconoscimento come Centro di Riferimento Regionale e quelle di conferma, se si tratta di un Centro già esistente, dovranno essere inviate dalle Direzioni Generali delle
Asl all’Agenzia Sanitaria Regionale, individuata come struttura responsabile dell’istruttoria tecnica del processo di certificazione dei CRR. Il percorso prevede l’inserimento nella
documentazione delle motivazioni della richiesta e dei dati epidemiologici, degli obiettivi del centro, dell’attività assistenziale, di quella scientifica, delle dotazioni strutturali,
tecnologiche e professionali e della stima di impatto economico. Entro trenta giorni dalla ricezione della documentazione, l’Agenzia Sanitaria Regionale provvederà ad inviare la stessa a
tre Referee nazionali (o internazionali) che saranno identificati tra gli esperti della patologia e che valuteranno le richieste presentate sulla base di svariati criteri. Entro sessanta giorni
dall’invio della documentazione verrà formulato un giudizio vincolante ma spetterà all’ASR redigere il documento istruttorio finale. In caso di conferma della certificazione di
CCR, la stessa ha durata quinquennale. In caso, invece, di riconoscimento, sarà necessaria una delibera di Giunta ed avrà luogo una certificazione provvisoria di durata triennale.

La Giunta regionale, sempre su proposta dell’assessore Mazzocca, ha approvato la ripartizione dei finanziamenti alle Asl di Chieti, Pescara e L’Aquila sulla base delle norme in materia di
procreazione assistita. Il finanziamento complessivo ammonta a 148 mila euro ed è stato ripartito tra sei centri di procreazione medicalmente assistita, pubblici e privati. La
ripartizione è avvennuta per il 50% in parti eguali e per il restante 50% in proporzione all’attività svolta.

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