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Pesca, Oceana: bene l’arresto di tre proprietari di pescherecci illegali nel sud Italia

Pesca, Oceana: bene l’arresto di tre proprietari di pescherecci illegali nel sud Italia

By Redazione

Oceana esprime la sua soddisfazione per la detenzione di tre capitani, proprietari di varie imbarcazioni del porto italiano di Bagnara Calabra, per l’uso di reti derivanti illegali. Grazie al
processo condotto dalla Procura della Repubblica, anche  a seguito della trasmissione su RAI 3 dello scorso 16 novembre, di un documentario in collaborazione con Oceana, gli accusati si
trovano adesso agli arresti domiciliari. Il reato imputato è di resistenza alle autorità durante le operazioni in alto mare e aggressione in porto, reato passibile di sanzioni
carcerarie.

Le reti derivanti rappresentano una grave minaccia per la conservazione di specie marine minacciate come cetacei e tartarughe. Oceana conduce una campagna attiva contro l’uso di questo attrezzo
da pesca illegale e fino ad ora ha documentato e denunciato oltre 150 imbarcazioni italiane che utilizzano ancora reti derivanti. Il porto di Bagnara Calabra è stato identificato come
uno dei punti caldi di questa attività illegale.

Xavier Pastor, Direttore Esecutivo di Oceana per l’Europa, dichiara “Ringraziamo le autorità italiane per le azioni intraprese contro l’uso di reti derivanti. È da anni che
denunciamo l’uso di questo attrezzo da pesca in Italia e soprattutto nel porto di Bagnara Calabra, base dei tre implicati, senza ottenere risultati concreti. Perciò, questa misura
significa un totale cambio di rotta”.

A queste detenzioni si aggiungono gli oltre 7,7 milioni di euro che l’Italia ha dovuto restituire all’Unione Europea, perché impiegati nell’uso di queste reti anziché nella
riconversione della flotta ad altri attrezzi da pesca. Oceana reclama anche la restituzione dei fondi ricevuti in una seconda fase, considerato che un gran numero delle imbarcazioni
sovvenzionate continua ad utilizzare reti derivanti.

Inoltre, lo scorso 5 marzo, la Corte di Giustizia Europea ha condannato la Francia per l’uso di reti derivanti illegali. La Commissione Europea aveva denunciato lo Stato francese nel dicembre
2007 per non aver controllato ed ispezionato l’uso di reti derivanti illegali e per non aver adottato misure sanzionatorie nei confronti delle navi che trasgredivano la legge.

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