Pari opportunità in Veneto: in una fiction le discriminazioni a causa della maternità
4 Dicembre 2007
Veneto, 1 Dicembre 2007 – «Il Veneto non è solo «schei», ma è anche grandissima sensibilità per i bisogni sociali», lo ha ribadito
l’Assessore regionale alle pari opportunità Isi Coppola che ha premiato oggi a villa Razzolini Loredan ad Asolo (Tv) i vincitori del concorso per sceneggiature di un cortometraggio per
fiction sulle discriminazioni di genere nel lavoro in occasione ed a causa della maternità.
Il concorso è stato promosso per iniziativa della Consigliera di Parità del Veneto Lucia Basso che ne ha illustrato gli obiettivi e le finalità insieme alla Presidente
della commissione regionale pari opportunità Simonetta Tregnago, Renata Pandolfo Presidente Confartigianato Donne Impresa di Asolo e ai membri della giuria Mario Brenta e Saveria
Chemotti , docenti dell’università di Padova. Un dato emblematico è che due dei tre vincitori sono di sesso maschile. Il primo premio è andato infatti a Francesco Bicchieri
di Lodi (Mi) con il lavoro «Ninna nanna», il secondo ad Alberto Dessimone (Torino) che ha intitolato la sua sceneggiatura «Per crescere un figlio ci vuole un villaggio»
e il terzo premio a Federica Di Rosa (Milano) per il suo lavoro «Eva part-time».
Dell’opera vincitrice sarà realizzata la fiction su DVD. Al concorso hanno partecipato 72 opere provenienti da tutta Italia. Insieme alle tre vincitrici, altre 15 opere segnalate dalla
giuria sono state raccolte in un volume che è stato intitolato «Son tutte belle le mamme del mondo? ovvero Storie di ordinaria discriminazione». Nel corso della cerimonia
Simonetta Tregnago ha evidenziato quanto siano importanti i «media» per la diffusione dei messaggi sociali, mentre Lucia Basso ha posto l’accento sul «violento attacco alla
maternità» che si registra ancora oggi nel mondo del lavoro. L’Assessore Coppola ha detto che la Regione del Veneto si è posta in chiave moderna di fronte alle
discriminazioni, proprio per raggiungere le nuove generazioni. L’unica Regione in Italia ad averlo fatto, con una metodologia innovativa, perché ha un tessuto sociale tradizionalmente
attento al sociale. Non è un caso che il Veneto abbia il maggior numero di associazioni del volontariato. Tuttavia le discriminazioni sono ancora tantissime – ha concluso l’assessore – e
il tema della maternità viene affrontato in maniera difficile, tanto nel pubblico quanto nel privato.