Parassiti intestinali, un nemico subdolo e pericoloso

27 Febbraio 2020
Le parassitosi intestinali sono infezioni che riguardano l’apparato digerente, a causa di microrganismi noti appunto, con il nome di parassiti.
Le parassitosi intestinali più frequenti nel nostro Paese sono causate da protozoi (es. Giardia) e metazoi. I primi sono organismi unicellulari, mentre i metazoi sono pluricellulari. I vermi intestinali appartengono alla famiglia dei metazoi e sono distinti in:
- Vermi del gruppo dei Nematodi: sono chiamati cosi perché sono di forma cilindrica, (es. Anisakis, Trichinella, Ossiuro)
- Vermi del gruppo dei Cestodi: sono chiamati così perché sono a forma di nastro (es. Tenia)
- Vermi del gruppo trematoidi: chiamati così perché sono a forma di foglia (es. Schitosoma)
Vermi intestinali, come avviene il contagio
I vermi intestinali possono penetrare nell’organismo ingerendo cibi non adeguatamente lavati (es. verdure concimate con acque nere) o consumando carni poco cotte o crude. La Tenia ad esempio, si può contrarre proprio in questo modo ed è responsabile della condizione nota come “verme solitario”.
Anche le mani, se non accuratamente lavate, possono essere veicolo di trasmissione. Il contatto con rifiuti, materiale fecale o la terra può innescare la diffusione di parassiti, ad esempio portando inavvertitamente le mani alla bocca (es. per mangiare) prima di lavarle.
I vermi intestinali, una volta ingeriti attraverso il cibo e le mani, depositano le uova nel duodeno, la prima parte dell’intestino tenue. Qui trovano l’habitat perfetto per schiudersi e diventare larve, in grado di aprirsi un varco nella parete intestinale. Da qui migrano prima nel sangue, poi nei capillari polmonari.
Dopo una decina di giorni, le larve cominciano a risalire la trachea fino a raggiungere l’orofaringe, dove sono in parte eliminate e in parte ingerite. Quelle ingerite infine, ripercorrono l’apparato digerente e si fermano di nuovo nell’intestino tenue, dove trovano le condizioni ideali per maturare e diventare vermi.
I vermi nei bambini è un fenomeno piuttosto comune e per due ragioni molto semplici: la tendenza a trascurare le buone abitudini igienico-sanitarie (esl non si lavano bene le mani) e la fisiologica immaturità del sistema immunitario.
Sintomi vermi intestinali
I sintomi della parassitosi intestinale dipendono dal tipo di parassita infestante. Le manifestazioni più comuni sono:
- Dolori addominali
- Diarrea
- Nausea
- Vomito
- Gas nell’intestino e senso di gonfiore addominale
Alcuni parassiti tuttavia, possono causare altri sintomi, che non riguardano l’intestino, quali:
- Anemia
- Deficit nutrizionali
- Prurito anale o vaginale (es. ossiuri)
- Tosse stizzosa, con tracce di sangue nell’escreato
- Fibrosi epatica
- Cirrosi epatica
- Sangue nelle urine
- Difficoltà a urinare
- Minzione frequente
- Orticaria
Diagnosi
Per verificare la presenza di un’eventuale parassitosi intestinale, oltre all’esame obiettivo da parte del medico, è indispensabile l’esame delle feci. Le analisi vengono ripetute su un paio di campioni fecali raccolti a distanza di qualche giorno l’uno dall’altro.
Parassitosi intestinale, una efficace
Il trattamento dei vermi intestinali è di tipo farmacologico. In base alla specie di verme intestinale infestante si sceglie il medicinale più adatto. Il Mebendazolo e il Pirantel pamoato ad esempio, sono impiegati per la cura delle infestazioni da nematodi. L’Albendazolo invece è indicato anche nel trattamento delle infestazioni da cestodi. Il Niclosamide viene usato per la cura della Tenia, mentre il Praziquantel soprattutto nella cura della schistosomiasi.