Nutri-score, la nuova etichetta… cui prodest?

17 Gennaio 2020
NUTRI-SCORE: Fortunatamente è ancora solo una proposta, e speriamo che resti tale.
Come dice Giampietro Comolli… “prima la salute individuale e collettiva, prima l’acculturamento… e poi anche gli effetti positivi e negativi sulla economia, su tutta l’economia“… Difficile fare pronostici, di certo ne risentirebbe la salute (in negativo) di coloro che fossero costretti a cambiare la loro salutare Dieta Mediterranea a favore solo di prodotti insulsi ma in regola con la etichetta Nutriscore.
Altra certezza è la profonda crisi nelle quale cadrebbero le nostre eccellenze alimentari e, ovviamente, tutte le micro-piccole-medie imprese che formano ancora la spina dorsale della nostra economia, e anche di gran parte dei paesi europei… compresi i Francesi che lavorano e fanno impresa. Ma allora, Cui prodest? Alle grandi industrie e a chi le pilota, a chi ha come Credo ‘Mors tua vita mea’, a coloro che professano la religione del Dio Denaro.PS: mi viene però un dubbio… ma è proprio così come ce la raccontano?
Giuseppe Danielli, Direttore Newsfood.com
Nutriscore, la nuova etichetta… cui prodest?
di Giampietro Comolli
NutriScore è una nuova etichetta proposta dalla Francia per i prodotti alimentari che dovrebbe simboleggiare una “certificazione salutistica” da apporre su tutte le confezioni in vendita e una “patente” d’uso per il consumatore. Una modalità che può benissimo prendere lucciole per lanterne e viceversa.
Un ennesimo attacco che, se pur con un lodevole e meritevole obiettivo, visto altri tentativi andati a vuoto negli ultimi 10 anni, sembra più uno sparare sul mucchio, favorire multinazionali del brivido piuttosto che prodotti artigianali, locali, salutari, di nicchia che avrebbero bisogno di specifiche unità di misura differenziate, dettagliate, spalmate.
Nutri-score è contro la Dieta Mediterranea
In questo modo – in primis – è la Dieta Mediterranea che viene bandita, dopo essere stata riconosciuta modello ideale dall’Unesco e dall’OMS, (organizzazione mondiale della sanità, che pubblicò nel 1990 uno studio parallelo al Seven Countries Study, che confermò i risultati sul rapporto tra dieta, nutrizione e prevenzione) e da infinite ricerche universitarie.
E’ vero c‘è connessione fra obesità e nutrizione, aggiungerei mala-alimentazione, ma soprattutto c’è carenza di formazione, informazione, conoscenza corretta. Ma perché a un forte inquinamento dell’aria di Pm10 si risponde con qualche divieto a orologeria ritardata o qualche foglia di fico e non si interviene con un progetto programma quinquennale che intervenga a 360 gradi in modo deciso, chiaro, diretto?
Nutri-score… e sigarette
Così anche a tavola si inventano semafori, icone, tag, cancelletti da mettere sulle confezioni convinti che facciano effetto e siano una barriera al consumo. Siamo sicuri che scrivere sui pacchetti di sigarette “ti fa morire” abbia ridotto il consumo di sigarette? Oppure è più importante, ha più effetto, dura più nel tempo e diventa anche un motore di trasmissione interno alla famiglia e ai figli fare un discorso più culturale, formativo, esemplificativo, concreto e reale?
Nutri-score… non risolverebbe il problema salute
Poi c’è anche un altro aspetto che però metto in secondo piano: prima la salute individuale e collettiva, prima l’acculturamento… e poi anche gli effetti positivi e negativi sulla economia, su tutta l’economia.
La Francia, ma non è detto che abbia ragione e che soprattutto ottenga il risultato sperato, attraverso la Corte dei Conti (!!??) ha emanato 8 raccomandazioni obbligatorie perché quelle volontarie non hanno dato risultati sul divieto del consumo di certi cibi. La Francia ha già emanato la legge Ervin anni fa contro la pubblicità del vino e superalcolici perché poteva “istigare e far aumentare” il consumo di bevande pericolose: ebbene dopo oltre ventanni, almeno per il vino, in Francia c’è un consumo procapite annuo ancora oggi di 41 litri di vino (ed è una bevanda come la birra sotto i 15% volumetrici) contro i 30 litri in Italia dove non c’è una legge obbligatoria simile.
No a Nutri-score, meglio una corretta informazione
Le leggi sono realmente utili a tutti i paesi e a tutte le persone nello stesso modo? Allora gli obblighi e le leggi, in questa e altre materie, servono oppure serve di più una cultura della qualità della vita, del rispetto della propria e altrui vita, della autocoscienza e auto determinazione derivanti non da obblighi ma dal buonsenso e da un percorso, magari lungo, di convincimenti reali?
Da molto tempo sulle lattine di bevande gassate c’è l’icona o simbolino che vieta di buttare la confezione vuota per terra o nel mare o in cassonetti diversi da quelli deputati… eppure continuiamo a vedere mucchi di plastiche e latta sulle spiagge del mare. Sono convinto che certi “delitti” volontari sulle strade di piloti delinquenti, possano finire più con declamate, immediate e pesanti condanne giudiziarie certe, piuttosto che una legge che impone il divieto di velocità o una multa.
Si smette di bere e di fumare se c’è la volontà individuale e soggettiva, non tramite una imposizione collettiva. Poi effettivamente c’è anche da valutare tecnicamente la quantità presente “dell’elemento dannoso” in una bevanda o in un alimento, quanto e come se ne consuma con continuità e con regolarità, chi li assume. Eppoi c’è una grande differenza fra un grammo di zucchero intero in un formaggio rispetto alla stessa quantità in una bevanda già di 40-50 gradi di alcol svolto.
Quindi il semaforo o una icona su una confezione alimentare è importante, ma non ha mai risolto molto. Credo che toccare le persone nel portafogli e avere una giustizia diretta e pronta sia molto più efficace se si vuol ottenere un risultato.
Obesità e sovrappeso: la causa non è la Dieta Mediterranea
Ad ogni modo obesità e sovrappeso sono un problema di società non solo individuale: si parla mediamente di un cittadino europeo su 3-4 circa. E’ un problema anche di spesa, di organizzazione e di efficienza della sanità pubblica per tutti i paesi. Ma non è certo con slogan, con polemica, con condanne politiche che si risolve la questione per intero.
In tutto, sia la salubrità dell’aria che la sanità della dieta, bisogna guardare al futuro e alle nuove generazioni. Anche parlare a suocera (l’industria produttiva) perché nuora sia informata o bloccata (il consumatore) non serve: mi sembra di vedere l’identico effetto non positivo di finanziare le banche (in crisi paurosa) perché diano prestiti agevolati agli imprenditori (che non hanno percepito nulla per mille cavilli).
Quale è il vero obiettivo del NUTRI-SCORE? Cui Prodest?
Tutte soluzioni che non hanno portato al risultato voluto, se tale era realmente la volontà legislativa e politica.
La Coppa Piacentina e il Parmigiano Reggiano fanno male? Zucchero, sale e grassi sono i “killer” individuati dal “nutriscore”, tabellina che introduce tassi o percentuali massimi di queste sostanze negli alimenti che le aziende, francesi in questo caso, avrebbero già dovuto introdurre, mentre solo il 5% ha ubbidito. E si ritorna a toccare la pubblicità: ogni messaggio alimentare deve presentare l’etichetta nutriscore! Soprattutto alimenti-bevande per i bambini: come le famose merendine? Ma io sono cresciuto da bambino con la merenda pomeridiana una sola volta al giorno, a base di una fetta di pane, una spalmata di burro fresco, una infarinata di zucchero e via andare. Pazzia? Genitori delinquenti?
Oppure è oggi una società molto post-consumistica, dove i derivati sono la economia occulta ma anche gli alimenti in tavola, la produzione deve sempre crescere a scapito di investimenti e sicurezza, dove è tutto virtual e si pensa solo a un profitto senza scrupoli. E’ giusto, corretto oggi equiparare, in termini di valutazione della Corte dei Conti o di Governi e quindi di leggi obbligatorie e vincolanti, un assassinio, un uso indiscriminato di droghe pesanti, qualunque forma di razzismo o di non accettazione del diverso abile a…. una fetta di Prosciutto Crudo Dop, di Nutella, di Grana Padano o un calice di Gutturnio, di Franciacorta, di Prosecco?
Non sarebbe molto meglio ripensare un modello generale di vita, dalla banca alla tavola, dalla Giustizia ai Governi, in cui il primo passo da fare – subito e urgente – sarebbe tornare per esempio ad insegnare dall’età delle scuole elementari un po’ di educazione domestica, educazione civile, educazione alimentare, educazione sociale… forse servirebbe anche a forgiare futuri parlamentari con gli attributi corretti, parlo di celluline grigie tanto decantate dal mitico Ercule Poirot… sempre francese!
Giampietro Comolli
Redazione Newsfood.com
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Giampietro Comolli
Economista Agronomo Enologo Giornalista
Libero Docente Distretti Produttivi-Turistici
Mob +393496575297
Editorialista Newsfood.com
Economia, Food&Beverage, Gusturismo
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