OGM: le decisioni Ue devono avere un carattere democratico
10 Ottobre 2007
“Sugli Ogm le decisioni devono essere di carattere democratico, non possono essere unilaterali, la Commissione Ue, nelle sue scelte in materia, deve, quindi tenere conto anche delle indicazioni
che vengono da istituzioni importanti come il Parlamento europeo”.
E’ quanto evidenziato dal presidente nazionale della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi oggi a Bruxelles a margine dell’incontro che la Coalizione ItaliaEuropa-Liberi da
Ogm, presente Mario Capanna, presidente della Fondazione Diritti genetici, ha avuto con i rappresentanti delle Commissioni Agricoltura e Ambiente dell’Assemblea di Strasburgo.
In tale contesto il presidente della Cia si è detto d’accordo con le affermazioni della direttrice dell’Autorità europea della Sicurezza alimentare di Parma (Efsa) Catherine
Geslain-Lanéelle secondo la quale nel processo Ue di autorizzazione dei nuovi Ogm l’esecutivo di Bruxelles non deve necessariamente seguire i pareri favorevoli della stessa Efsa, ma ha
il compito di tenere conto anche di una serie di altri fattori, compresa la percezione e l’accettazione del pubblico. “Abbiamo bisogno -ha sottolineato Politi- di decisioni condivise e non di
posizioni che calano dall’alto. I cittadini, insieme alle istituzioni, devono poter incidere in maniera concreta sulle scelte relative all’alimentazione, alla sua sicurezza. E qui sta il senso
vero del principio di precauzione. Ecco perché prima di prendere decisioni su questioni come quelle relative alla patata e alla barbabietola biotech chiediamo la massima attenzione”.
Il presidente della Cia ha poi evidenziato che gli Organismi geneticamente modificati non rappresentano la risposta alla carenza di prodotti agroalimentari né tanto meno al rincaro dei
prezzi. “L’Unione europea -ha aggiunto Politi- deve cominciare fin da adesso ad una attenta riflessione sulla Politica agricola comune soprattutto per quanto concerne gli approvvigionamenti.
Non è, infatti, possibile che un colosso mondiale come l’Europa non debba avere scorte alimentari. Quello che è avvenuto in questi ultimi mesi sul fronte del latte e dei cereali
è sintomatico. Occorre, pertanto, procedere su strade diverse. La questione degli approvvigionamenti diviene di primaria importanza, non solo per soddisfare le esigenze dei consumatori,
ma anche per dare certezze ai produttori agricoli”.