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Nuova influenza: Coldiretti, uno su dieci ha rinunciato al maiale

Nuova influenza: Coldiretti, uno su dieci ha rinunciato al maiale

By Redazione

Uno su dieci ha rinunciato senza ragione a portare la carne di maiale in tavola per effetto di una ingiustificata psicosi nei consumi generata dalla nuova influenza messicana. E’ quanto è
emerso dalla consultazione on line sul sito https://www.coldiretti.it realizzata per verificare la reazione degli italiani all’emergenza. Si tratta di un dato preoccupante anche se – ha
sottolineato la Coldiretti – una stragrande maggioranza del 72 per cento non ha mutato le abitudini e continua a consumare regolarmente carne di maiale e addirittura il 12 per cento ha aumentato
gli acquisti domestici, cogliendo l’opportunità di gustare un ottimo prodotto a buon prezzo.

A questi numeri – precisa la Coldiretti – si aggiunge un 8 per cento che per scelta, religione o gusto non mangiano carne di maiale. A far definitivamente chiarezza su una paura ingiustificata
sono stati – continua la Coldiretti – gli esperti dell’Organizzazione mondiale della Sanita’ (OMS) secondo i quali oltre alla carne di maiale anche il “prosciutto è del tutto sicuro e si
puo’ tranquillamente mangiare” poiché il virus della nuova influenza ”non ha una vita lunga” e considerando il lungo periodo di maturazione che prodotti come il prosciutto o altri
insaccati richiedono non e’ ipotizzabile una trasmissione del virus.

L’esperienza delle crisi del passato – precisa la Coldiretti – ha dimostrato comunque che la trasparenza dell’informazione e la rintracciabilità in etichetta è il miglior modo per
evitare la psicosi nei consumi che mette a rischio le oltre 5mila stalle italiane che allevano quasi 13 milioni di suini (dei quali il 70 per cento destinati alle produzioni italiane a
denominazione di origine) e alimentano una filiera che dà lavoro a oltre novantamila lavoratori (35mila negli allevamenti, 25mila nei macelli e nelle industrie di trasformazione e 30mila
nei trasporti ed altri servizi commerciali) e sviluppa al consumo un fatturato di circa 20 miliardi. L’Italia è leader europea nei prodotti della salumeria con ben 28 riconoscimenti
europei tra salami , pancette, soppressate e prosciutti a denominazione di origine che garantisce la provenienza dagli allevamenti nazionali.

Vanno quindi adottate – chiede la Coldiretti – le misure già sperimentate con successo nel caso dell’influenza aviaria a partire dall’obbligo di indicare la provenienza sulle etichette
della carne di maiale al pari di quanto è stato già fatto per quella di pollo e per quella bovina rispettivamente dopo le emergenze aviaria e mucca pazza. Con 37 chilogrammi per
persona consumati ogni anno tra carne suina fresca e salumi è – conclude la Coldiretti – la preferita dagli italiani, ma rilevante è anche il flusso delle esportazioni che nel 2008
ha superato il valore di un miliardo di euro ( 7,6 per cento) di cui 800 milioni di salumi ed in particolare prosciutti.

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