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Nei Ristoranti del Buon Ricordo si mangia italiano

Nei Ristoranti del Buon Ricordo si mangia italiano

By Redazione

All’ultimo piano del bel palazzo del Touring Club Italiano, a Milano, ha sede la presidenza dell’Unione dei “Ristoranti del Buon Ricordo”, come dire dell’autentica e tradizionale cucina
italiana. Migliore abbinamento non poteva esserci. Da una parte la porta bandiera del nostro turismo e dall’altra quella della ottima cucina del Bel Paese.

L’anno prossimo l’Unione dei Ristoranti del Buon Ricordo compie 50 anni!!! E’ una delle prime catene della sana ristorazione italiana e vale la pena di rifarne seppur per sommi capi la storia.
Era la primavera dell’anno 1964, quando ancora non imperava nell’aria il CO2. Nel nostro paese, dopo le immani distruzioni della guerra, si lavorava a tutta birra. Avevamo sofferto molto, per
anni, la fame più nera mentre con le orecchia, da una parte speravamo di non sentire il rumore dei cingolati con la svastica e dall’altra quello delle fortezze volanti. Tempi duri:
eppure ce l’abbiamo fatta, anche perché le nostre necessità erano ridotte all’indispensabile. Oggi i tempi, fortunatamente, sono cambiati. La scienza e la tecnica ci hanno dato
una mano a passare 70 anni senza una guerra nella quale fossimo coinvolti. Quanto abbiamo potuto economizzare, non dovendo provvedere ad armarci !!!. Quanti lutti sono stati risparmiati.

Fu dunque in quegli anni che a un esperto della comunicazione venne in mente (stava prendendo sempre più corpo l’abitudine della Coca Cola al posto del sano vino nostrano) di valorizzare
il mangiare saporito delle nostre e molto spesso vecchie TRATTORIE: questo personaggio, che dette vita anche alla prima edizione di Miss Italia, si chiamava Dino Villani. Ma il colpo magico
avvenne al Circolo della Stampa di Milano nell’Aprile di quell’anno dove 12 cuochi di trattorie sparse sul territorio, ognuno con un proprio piatto e con altre pietanze, dette vita ad una cena
restata celebre nei canoni del mangiare sano. Furono utilizzati i prodotti del territorio, cotti secondo le comuni usanze. La cosa trovò largo spazio sul Corriere della Sera dove
Vincenzo Bonassisi non mancò di esaltarla.

La caratteristica di questi ristoranti -oggi siamo a quota 103 dei quali 13 all’estero, ma c’è stato un momento nel quale erano 126- è di servire un piatto proprio, compreso nel
menù. Si tratta di una pietanza tipica che dà diritto a ricevere un piatto ricordo di ceramica prodotto in quel di Vietri a Mare.dalle Ceramiche Solimene Ogni ristorante della
catena ha il proprio (può variare ogni 5 anni) dipinto a mano e contraddistinto dalla pietanza gustata.

Il piatto -può essere usato anche per mangiare- di solito però entra a far parte dell’arredo ed è così che nel 1977 viene fondata l’Associazione dei Collezionisti,
che nulla però ha a che fare con l’Unione. Mentre prende sempre più corpo la Fondazione italiana Buon Ricordo (siamo nel 2001) che ha quale scopo principale, con studi, convegni
ed altre iniziative, quello di mantenere viva la storia culturale della nostra gastronomia.

Oggi i ristoranti della catena sono sparsi un po ovunque nel nostro paese e, come abbiamo detto, anche in altri stati, come la Francia, gli Stati Uniti e il Medio Oriente. In quest’ultimi casi
i cuochi che vi operano hanno acquisito il modo di cucinare nel nostro paese e utilizzano il nostro olio, la nostra pasta e tutto il resto.

Entrando, in Italia, in questi locali, la cui proprietà si tramanda molto spesso da padre in figlio, si ha la sensazione di rivivere i tempi che furono, con gli odori della cucina che ti
arrivano intatti al naso, con gli antipasti preparati come una volta, i primi e i secondi, quando non addirittura i dolci che non ti stancheresti mai di mettere in bocca.

E’ la vera cucina mediterranea caratterizzata dalle specialità di ogni singola regione (il ritardo col quale siamo arrivati all’unità nazionale vi ha contribuito molto), dal
radicchio rosso trevigiano, dai formaggi toma degli alpeggi montani, dagli insaccati lombardi, al pesce spada siciliano e le citazioni potremmo allungarle molto.

I Ristoranti del Buon Ricordo (per farne parte si devono avere precisi requisiti) sono una bella bandiera italiana, anche se i misteri delle loro specialità culinarie oggi sono alla
portata di tutti, in quanto ogni ristorante dispone di un proprio ricettario che, gratuitamente, viene offerto ai clienti.

Per sapere dove sono ubicati può essere richiesta la guida al www.buonricordo.it. Sfogliandola si apprende la storia del locale prescelto, la sua
posizione geografica, la sua specialità e molto altro ancora.. Può essere un modo per scoprire anche certi angoli del Bel Paese.

A questo proposito ci piace ricordare gli ultimi….arrivi. Sono sette, questi i loro nomi “Atman” di Pescia (PT), “La Locanda di Alia” di Catrovillari (CS), “Masantis Estaurant” Colico (LC),
“Osteria del Violino” (PI), “Salice Blu” Bellagio (CO), “Ristorante Terminal Santa Maria di Leuca (FE), “La Cucina Campana Sakuragumi” Ako (Giappone).

Abbiamo già detto che il Piatto del Buon Ricordo può cambiare -con gran gioia dei collezionisti- ogni 5 anni. In questi primi mesi dell’anno (contrassegnati con il cucchiaio
rosso) i ristoranti che hanno cambiato la propria insegna sono: “ristorante Buca di San Francesco” di Arezzo, il “Ristorante Hotel David Palace” Porto San Giorgio Fermo, “Il Funghetto” Borgo
Grappa, Latina, “Manuelita” Recco (GE), “Olona da Venanzio” Induno Olona (VA), “Osteria La Fefà” Finale Emilia (MO), “Trattoria Il Boccalone” Tokyo (Giappone).

Ricordiamo che per ricevere la guida gratuita basta cliccare www.buonricordo.it

Bruno Breschi
Newsfood.com

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