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Mutui, con l'Euribor a 1,97% c'è chi risparmia 200 euro al mese e forse più, ma sui nuovi picchia duro lo spread: imparate a difendervi

Mutui, con l'Euribor a 1,97% c'è chi risparmia 200 euro al mese e forse più, ma sui nuovi picchia duro lo spread: imparate a difendervi

By Redazione

 

Scendono i prezzi delle case e anche i tassi di interesse, ma in compenso salgono gli spread applicati dalle banche. Risultato: i nuovi mutui oggi possono essere anche meno convenienti
di un anno fa. Diversa, invece, la situazione per chi ha già stipulato un mutuo a tasso variabile: il calo dei tassi si è già tramutato in un risparmio tra i 150 e
i 200 euro al mese. E la prossima rata dovrebbe essere ancor più conveniente.

I benefici del nuovo Euribor

Rispetto a qualche mese fa, infatti, l’Euribor a tre mesi – il tasso a cui le banche fanno approvvigionamento di denaro, e indicizzano i mutui a tasso variabile – è tornato
addirittura ai livelli del 2004. Ma, soprattutto, al di sotto del costo del denaro fissato dalla Banca centrale europea. Un risultato impensabile soltanto ad ottobre scorso, quando
l’indice aveva raggiunto il livello massimo del 5,39%.
Dal 1° gennaio scorso, inoltre, i consumatori hanno la possibilità di stipulare anche un mutuo “variabile” proprio ancorato al tasso di sconto fissato dalla Bce,
un quoziente più stabile e prevedibile. Insomma, un tasso in grado di mettere i consumatori al riparo dalle turbolenze finanziarie che hanno investito il pianeta negli ultimi
mesi.

A confronto i mutui del Lazio
In tale contesto potrebbe sembrare opportuno approfittare del momento per acquistare un’abitazione e stipulare un mutuo (visto anche il livello a cui sono arrivati molti affitti). Ma
le cose non sono così semplici. Lo dimostra un’inchiesta realizzata dal sito della Regione Lazio portaleconsumatore.it sulle principali banche del Lazio, il cui risultato ha anche
una grossa valenza nazionale.
Di fronte all’abbassamento dei tassi d’interesse, infatti, gli istituti di credito hanno reagito aumentando gli spread, ossia il ricarico (l’ulteriore tasso d’interesse) che le banche
applicano ai prestiti per poterci guadagnare.
Per quanto riguarda i mutui a tasso variabile indicizzati all’Euribor, oggi, rispetto allo scorso agosto, gli spread medi applicati dagli istituti di credito sono aumentati del 36%.
Addirittura del 41% per i mutui a tasso fisso.
Insomma, il calo del costo del denaro è stato compensato da molti istituti di credito con l’aumento della “tassa” che infliggono al mutuatario. Da qui le proteste
delle associazioni dei consumatori.

E che succede su quelli indicizzati Bce
L’aumento dei ricarichi è diventato ancor più evidente per i mutui indicizzati al tasso Bce. A tal punto che le offerte formulate finora dalle banche sono meno
convenienti dei mutui ancorati all’Euribor. Le rate risultano sempre più alte.
È stato questo l’effetto dell’ulteriore innalzamento degli spread che, rispetto a quelli dei mutui indicizzati all’Euribor, sono notevolmente più alti: da un minimo di 0,25
punti, ad un massimo di 1,05. Così adesso tali spread per i mutui ancorati al tasso Bce raggiungono addirittura il 2,25%, mentre fino a qualche tempo fa, per i mutui tradizionali,
erano intorno all’1%.
La differenza non è secondaria, perché mentre i tassi d’interesse possono variare, “gli spread sono un costo fisso che ci si porta avanti per l’intera durata del
prestito”, sottolinea Stefano Conti, il vicepresidente di Federconsumatori Lazio, che consiglia sempre di privilegiare i mutui con lo spread più basso.
Le offerte delle banche con più sportelli nel Lazio
Per questo portaleconsumatore.it ha verificato le offerte di mutui variabili di alcune delle banche con più sportelli nel Lazio, mettendo a confronto gli spread medi applicati a
gennaio per i mutui ancorati al tasso Bce e all’Euribor.
E’ da premettere, però, che quelli rilevati sono “valori medi”, perché i tassi sono oggetto di una contrattazione privata tra la banca e il singolo cliente, che
può variare, quindi, a seconda del grado di affidabilità e della convenienza che i singoli istituti di credito hanno a intrattenere un rapporto con il loro cliente. Ma –
salvo che per i clienti più “forti” – la maggior parte delle banche seguono, comunque, un’offerta standard.

Un esempio: centomila euro in 20 anni
Comunque, nella simulazione di portaleconsumatore.it è stato richiesto un mutuo di 100mila euro da restituire in 20 anni.
Dall’indagine appare evidente che ai mutui targati Bce è applicato uno spread più alto: una media dell’1,96% contro una media dell’1,49%. Ossia quasi mezzo punto di
differenza.
Solo il Credito Artigiano (1,40%) e la Banca Popolare di Lodi (2%) applicano il medesimo ricarico per entrambi i tipi di prestito. Mentre per la Banca Popolare di Aprilia ( 1,05%) e il
BancoPosta ( 1%) tale differenza supera addirittura l’1%.

In guardia le associazioni dei consumatori
Il meccanismo, però, non è sfuggito alle associazioni dei consumatori. “Le notizie sui nuovi mutui ancorati al tasso Bce sono estremamente gravi e negative per i
mutuatari. A fronte di un tasso Bce e un tasso Euribor sostanzialmente simili, le banche hanno raddoppiato lo spread per i mutui a tasso Bce”: sostiene il segretario di Adiconsum,
Paolo Landi. “Le nuove condizioni praticate delle banche non rispettano lo spirito del decreto anticrisi, che prevede espressamente che i tassi complessivi delle due tipologie di
mutuo debbano essere in linea”.
Anche al presidente dell’Antitrust, Antonio Catricalà, i conti di questa prima fase non tornano. Infatti ha dichiarato pubblicamente che l’Autorità sta vigilando per
scoprire se in questi ultimi tempi vi siano stati degli aumenti ingiustificati sui nuovi mutui.

Gli spread elevati fanno guadagnare le banche
Per qualcun altro, invece, tale meccanismo era ampiamente prevedibile. “Il problema è che le banche prendono a prestito i soldi al valore dell’Euribor a tre mesi.
Perciò, era inevitabile che imponendo loro un tasso più basso, compensassero la perdita facendo pagare spread più elevati”: spiega il vicepresidente nazionale
dell’Adusbef, Mauro Novelli. Il problema però oggi è che l’Euribor a tre mesi è sceso addirittura sotto il tasso Bce, ma gli spread, invece, sono rimasti
sostanzialmente invariati.

Davide Sfragano

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