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“McDStories”: McDonald’s scivola su Twitter

“McDStories”: McDonald’s scivola su Twitter

By Redazione

Secondo i creatori, doveva essere una mossa valida, che univa buoni sentimenti a tecnologia moderna. Nei fatti, la campagna via Twitter di McDonald’s è stata un chiaro
fallimento, con l’azienda costretta a manovre di salvataggio.

Tutto inizia quando gli autori della multinazionale inseriscono nel social network l’hastag (parola chiave) “McDStories“: nelle loro intenzioni, Internet doveva raccogliere resoconti
posirive di mangiate al celebre fast food. In breve, i navigatori della Rete si sono mossi in senso nettamente opposto. Dietro la parola chiave in questione si sono raccolte storie e vicende,
tutte negative. Schiavità dei dipendenti, piatti poco puliti o di dubbia origine, pulizia pessima: questo ed altro è stato riversato sul portale.

Colpiti, i vertici hanno ordinato la ritirata e l’eliminazione dei messaggi in questione. Come ha ammesso Rick Wion, direttore della comunicazione tramite social media di McDonald’s, “Dopo
un’ora, abbiamo capito che non stava andando come speravamo, e abbiamo fatto un cambio di rotta”.

Patatine e cola a parte, la vicenda testimonia la realtà della pubblicità moderna.

Da un lato, questa permette di raggiungere e coinvolgere ampie fette di mercato. Dall’altro, è particolarmente delicata: come scoperto da Mc, il pubblico può reagire, e reagire
male. Sintetizza allora Marco Massarotto, fondatore e titolare dell’agenzia di comunicazione Hagakure: “Su Twitter è molto facile fare passi falsi nell’approccio con i clienti. Ma se
chiedi su un social media di raccontare storie su di te, prima devi sondare l’umore dei consumatori. E dopo accettare anche le critiche”.

FONTE: “McDonald’s #McDStories Twitter campaign backfires”, Telegraph, 24/01/012

Matteo Clerici

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