«La tessera sanitaria per gli irregolari mette in pratica norme nazionali»
17 Ottobre 2007
Firenze – «Con la tessera sanitaria destinata agli immigrati irregolari, prevista nella legge sull’immigrazione che tra breve verrà discussa in aula, non facciamo altro che
tradurre in modo concreto quanto già previsto da norme che hanno carattere nazionale.
Nella Casa delle libertà, sul tema, esistono posizioni confuse e pregiudizialmente ostili». L’assessore alle politiche sociali Gianni Salvadori precisa il contesto che
porterà all’adozione di un importante strumento in favore dei tanti stranieri privi di regolare permesso di soggiorno che vivono e lavorano in Toscana e a cui si vuol garantire
un’adeguata assistenza sanitaria. Una risposta alle accuse piovute in modo anche offensivo da alcuni rappresentanti dell’opposizione, in particolare dal consigliere di An Maurizio Bianconi.
«La tessera che vogliamo introdurre – aggiunge Salvadori – è lo strumento che la giunta regionale ha deciso di adottare per realizzare quanto previsto dalla normativa vigente in
tema di assistenza sanitaria rivolta agli immigrati. Un principio affermato in modo chiaro ed esemplare dalla legge Turco-Napolitano e che le successive norme della Bossi-Fini non hanno
modificato. Vorrei ricordarlo soprattutto al consigliere Bianconi che pare ignorarlo. Principio peraltro ulteriormente chiarito e definito nella circolare n. 5 del 2000, contenente le
indicazioni applicative del decreto legislativo n.286 del 1998, in materia di assistenza sanitaria, che prevede fra l’altro cosa deve intendersi per cure essenziali, ovvero “le prestazioni
sanitarie, diagnostiche e terapeutiche, relative a patologie non pericolose nell’immediato e nel breve termine, ma che nel tempo potrebbero determinare maggiore danno alla salute o rischi per
la vita (complicanze, cronicizzazioni o aggravamenti)”».
«La giunta regionale – prosegue l’assessore – con questa legge, che entro un mese arriverà in Consiglio, non vuol soltanto dare continuità a leggi nazionali esistenti.
Vorremmo soprattutto concretizzare quei principi di accoglienza e solidarietà che hanno caratterizzato e caratterizzano il nostro percorso verso la costruzione di una società che
non sia un consorzio di egoismi ma una comunità solidale e coesa a cui stiamo lavorando. Quanto alle offese personali – conclude Salvadori – eviterei polemiche astiose, infondate e
pretestuose che hanno soltanto lo scopo di speculare su una situazione che meriterebbe un livello più alto di discussione politica».
Fedeico Taverniti