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La crisi come opportunità di sviluppo, ecco chi ha raccolto la sfida

La crisi come opportunità di sviluppo, ecco chi ha raccolto la sfida

By Redazione

Affrontare la crisi come opportunità di sviluppo: ci sono nel mondo del vino italiano esempi virtuosi di aziende che, nonostante la congiuntura
economica negativa, non hanno mai smesso di puntare su infrastrutture, ricerca e risorse umane. Da Antinori a Bellavista, da Castello Banfi a Arnaldo Caprai, da Umani Ronchi a Planeta, da Venica
& Venica alla Cantina La Vis e Marchesi di Barolo, ecco le cantine del Belpaese che hanno trovato il loro personale antidoto alla crisi, mettendo in campo nuovi investimenti e diversificando
le proprie attività.

“Proprio in questo momento è necessario – afferma Marco Caprai, a capo della cantina umbra Arnaldo Caprai, che negli ultimi anni ha lanciato il Sagrantino di Montefalco nel mondo –
investire, per uscire prima possibile dalla crisi. Noi abbiamo cercato di mettere a profitto, in una fase così complicata, le opportunità offerte da nuovi bandi e finanziamenti
rivolti da un lato, alla promozione nei Paesi extra-europei – come sostegno alle vendite – dall’altro, a progetti di ricerca ed innovazione”.

“Le aziende di qualità non possono certo bloccarsi in questa fase – spiega Ornella Venica, alla guida insieme al marito Gianni della cantina trentina Venica & Venica – nell’incerta
attesa di tempi migliori. Anzi, proprio dalla crisi possono scaturire maggiori opportunità. Noi in particolare stiamo investendo sulla valorizzazione del patrimonio vitivinicolo esistente
– varando ricerche in campo agronomico – sulla sostenibilità ambientale, con progetti rivolti a conseguire l’autosufficienza energetica dell’azienda, e sul servizio al cliente, in
particolare riguardo all’accoglienza”.

“Non ci sono alternative, un’azienda seria ed intelligente deve necessariamente – sostiene Fausto Peratoner della Cantina La Vis, una delle maggiori realtà del Trentino – guardare
avanti. Dopo aver investito in maniera considerevole negli ultimi due anni, noi stiamo consolidando la nostra realtà, focalizzandoci sugli asset strategici dell’azienda. In questo momento
particolare lo snodo cruciale è rappresentato dal mercato: per questo abbiamo investito nel potenziamento della rete commerciale e nel marketing”.

Ecco l’opinione di Mattia Vezzola, enologo di Bellavista, una delle griffe più celebri della Franciacorta: “ritengo che quella che stiamo vivendo non debba essere considerata una
crisi, ma bensì una fase di cambiamento culturale, equiparabile a quello che è stato il ’68. Simbolicamente, è come passare dal tight ai jeans, dal tango al rock and roll. Il
consumatore attento non rinuncia alla qualità, ma non è più disposto a farsi derubare da nessuno. Bellavista, da sempre punta sulla qualità, e così continueremo
a fare, investendo in particolare sulle nostre risorse umane, perchè in certi momenti sono le persone a fare la differenza. Quindi le parole d’ordine per noi sono formazione,
coinvolgimento e condivisione dei progetti con tutto il nostro staff”.

Anche Michele Bernetti, che guida la griffe marchigiana Umani Ronchi (75% del fatturato realizzato all’estero), concorda sulla necessità di guardare avanti: “abbiamo fatto nel 2009,
e continueremo quest’anno, importanti investimenti in azienda, sfruttando anche il Piano di Sviluppo Rurale della Regione Marche. A partire dalla cantina, dove abbiamo acquistato una nuova
etichettatrice, che consentirà una maggiore elasticità nella produzione, ed un nuovo impianto di filtrazione, che si avvale delle più moderne tecnologie. In campagna, abbiamo
sostituito alcuni macchinari; negli uffici abbiamo adottato un nuovo e sofisticato software gestionale, un notevole investimento economico, che produrrà un miglior coordinamento ed
efficienza tra i diversi reparti dell’azienda”.

Renzo Cotarella, enologo e direttore della Marchesi Antinori, una delle più famose aziende del vino italiano nel mondo, afferma: “in momenti come questi è necessario
mantenere alta la guardia, in particolare riguardo al mercato, ma nel mondo del vino chi smette di investire è perduto. Dunque, è importante continuare a puntare, e noi lo facciamo
adesso più di sempre, sulla ricerca, sulle risorse umane, sulle attrezzature e la tecnologia. Occorre guardare al lungo periodo, nella consapevolezza che i cicli si susseguono e che ad uno
negativo segue necessariamente uno positivo”.

Enrico Viglierchio, direttore generale della Castello Banfi, azienda leader del Brunello di Montalcino, afferma: “la crisi non deve certo fermare gli investimenti: in questo momento, vanno
però ridefinite le priorità, fermo restando che un’azienda come la nostra pianifica sul medio-lungo termine. Ci concentriamo sugli elementi che riteniamo più importanti:
abbiamo investito sui sistemi di cernita e selezione delle uve prima della raccolta, sulla vendemmia meccanica, sulla formazione degli addetti alla cantina e, infine, sul supporto alle
vendite”.

Secondo Alessio Planeta, alla guida con Francesca e Santi Planeta di una delle cantine siciliane protagoniste della rinascita enologica dell’isola, spiega che “la crisi economica non deve
essere vista necessariamente come una crisi di idee, soprattutto di quelle buone, che devono essere portate avanti con coraggio. Noi abbiamo investito in particolare su due fronti: nel settore
dell’enoturismo, sul quale puntiamo moltissimo, con “La Foresteria”, un wine resort di 14 stanze a Menfi, una zona di crescente richiamo. E poi ci siamo lanciati nel recupero e nel rilancio del
Mamertino, antico vitigno autoctono siciliano, per provare a ricreare il vino che si beveva al tempo di Giulio Cesare. Sotto la guida del professor Attilio Scienza abbiamo impiantato un vigneto
di alcuni ettari a Capo Milazzo: la prima vendemmia è prevista tra 5 anni”.

Ernesto Abbona di Marchesi di Barolo, una delle più blasonate cantine piemontesi, dichiara che “non solo in questo momento non ci siamo fermati, ma paradossalmente abbiamo fatto
più investimenti del solito: a partire da un macchinario particolarmente complesso e costoso per la linea di imbottigliamento, che semplificherà molto il nostro lavoro. In
più abbiamo fatto nuove assunzioni ed effettuato importanti opere di miglioramento per l’accesso alla cantina, perché l’accoglienza agli enoturisti rimane una delle nostre
priorità”.

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Redazione Newsfood.com+WebTV

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