Inflazione: Coldiretti, giù alimenti dopo 5 anni salgono consumi +1,1%

4 Maggio 2010
Aumentano dell’1,1 per cento gli acquisti familiari di prodotti alimentari delle famiglie italiane dopo che per la prima volta da quasi cinque anni si è verificata una riduzione dei prezzi
al consumo. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti in riferimento ai dati Istat sull’inflazione ad aprile 2010, sulla base dei dati Ismea relativi al primo trimestre del 2010.
Il leggero aumento dei consumi alimentari nel 2010 è stato favorito – sottolinea la Coldiretti – dal contenimento dei prezzi alimentari al consumo che ad aprile si riducono per la prima
volta del giugno 2005 facendo segnare un calo medio dello 0,1 per cento su base annua, con il prezzo della pasta che è sceso dell’1,6 per cento, quello del latte del 2 per cento, la frutta
del 4,9 per cento ed i vegetali dello 0,2 per cento. In realtà la riduzione avrebbe dovuto essere ben piu’ rilevante se si considera – denuncia la Coldiretti – che nei campi le produzioni
agricole sono in piena deflazione con un crollo del 10 per cento su base annuale a marzo.
I prezzi dei prodotti agricoli in campagna – sottolinea la Coldiretti – si sono ridotti drasticamente per gli ortaggi e legumi (-38 per cento) , per la frutta fresca e secca (-21 per cento), per
cereali (- 8 per cento) e i vini (-6 per cento) mentre tra i prodotti di allevamento si registrano ribassi del 10 per cento per i volatili domestici e del 4 per cento per i bovini. Ad aumentare –
continua la Coldiretti – sono del 10 per cento le uova, seguite dall’8 per cento dei suini, dal 5 per cento degli ovicaprini, dal 4 per cento dei lattiero caseari e del 10 per cento gli oli. I
consumatori italiani – sottolinea la Coldiretti – non hanno dunque potuto beneficiare della forte riduzione dei prezzi agricoli, che rischia invece di provocare l’abbandono delle campagne, a
causa delle inefficienze e delle speculazioni lungo la filiera agroalimentare.
Pochi centesimi pagati agli agricoltori nei campi diventano euro al consumo con il risultato di un aumento della forbice nel passaggio dei prodotti dal campo alla tavola durante il quale –
sostiene la Coldiretti – i prezzi degli alimenti moltiplicano oggi in media cinque volte. Si tratta – conclude la Coldiretti – di un forte ostacolo alla ripresa economica in un Paese dove quasi
un euro su quattro si spende per la tavola con gli acquisti di alimentari e bevande che ammontano complessivamente a 215 miliardi di euro all’anno (dei quali 144 a casa e 71 per mangiare fuori),
con l’agroalimentare che svolge peraltro una funzione da traino per l’intero Made in Italy all’estero.