Importanti scienziati tracciano un piano d'azione per l'energia sostenibile
29 Ottobre 2007
Alcuni dei più eminenti scienziati del mondo hanno redatto un piano d’azione inteso alla realizzazione dell’energia sostenibile, formulando raccomandazioni in materia di cattura e
stoccaggio del carbonio, di energia nucleare e biocarburanti, e sottolineando il ruolo degli scienziati nella ricerca di soluzioni.
«La scienza fornisce le basi per un dibattito razionale relativo agli equilibri e ai rischi, per selezionare le priorità di ricerca e sviluppo, nonché individuare nuove
opportunità; l’apertura mentale è infatti uno dei suoi valori principali», dichiara nel documento il Consiglio interaccademico (IAC) che riunisce le accademie nazionali
della scienza di tutto il mondo.
«L’ingegneria, attraverso il rigoroso perfezionamento delle tecnologie più promettenti può fornire le soluzioni: apprendere sperimentando è uno dei suoi valori
principali», prosegue il documento.
La relazione evidenzia la necessità di intraprendere azioni urgenti al fine di soddisfare il fabbisogno energetico mondiale di base. Vengono citati solo due aspetti delle sfide da
affrontare: la garanzia di disponibilità del petrolio e i cambiamenti climatici. Le attuali previsioni dell’Agenzia internazionale dell’energia suggeriscono che se si prosegue secondo
gli attuali scenari, entro il 2030 si registrerà un incremento del consumo del petrolio nel mondo di circa il 40% (rispetto ai livelli del 2005) nonché un aumento delle emissioni
di biossido di carbonio del 55% (rispetto ai livelli del 2004).
Uno studio condotto da un gruppo di esperti dello IAC ha esaminato le alternative disponibili per quanto riguarda le risorse e la tecnologia al fine di semplificare una transizione verso
l’energia sostenibile, valutando inoltre le scelte politiche e le priorità di ricerca. Il gruppo di esperti ha formulato nove raccomandazioni da attuare simultaneamente perché
abbiano l’effetto complessivo desiderato. Tre di queste, tuttavia, sono essenziali e lo IAC richiede azioni immediate in merito; esse sono: sforzi congiunti intesi a migliorare l’efficienza
energetica e a ridurre l’intensità di carbonio, tra cui l’introduzione a livello mondiale di indicatori delle quote per le emissioni di carbonio; tecnologie di cattura e sequestro del
carbonio dai combustibili fossili; accelerazione dello sviluppo e dell’utilizzo delle tecnologie per l’energia rinnovabile.
Secondo la relazione, le tecnologie di cattura e sequestro di combustibili fossili contenenti carbonio, in particolare il carbone, possono contribuire in modo rilevante alla gestione efficace
delle emissioni globali di biossido di carbonio. Tuttavia, si sottolinea che in mancanza di interventi a livello politico, «la maggioranza delle centrali alimentate a carbone costruite
nei prossimi venti anni sarà costituita da comuni impianti a carbone polverizzato».
Le attuali tecnologie di cattura delle emissioni di biossido di carbonio dagli impianti a carbone polverizzato, se riadeguate a impianti esistenti, sono costose e a elevata intensità di
energia. Gli esperti raccomandano di utilizzare le tecnologie più efficienti, qualora dovessero essere costruiti nuovi impianti senza sistema di cattura. Inoltre, la riduzione al minimo
dei costi di un futuro adattamento per la cattura del carbonio dovrebbe diventare una priorità. Questo potrebbe essere affrontato attraverso lo sviluppo in tutti i nuovi impianti di
almeno alcuni degli elementi delle tecnologie per la cattura di carbonio.
Nella relazione si raccomandano inoltre azioni incisive al fine di commercializzare cattura e stoccaggio di carbonio, e ulteriore ricerca sulle potenziali tecnologie di adeguamento per la
cattura del carbonio dopo la combustione negli impianti a carbone polverizzato esistenti.
L’energia nucleare non dovrebbe essere ignorata, suggerisce lo IAC. Il potenziale contributo dell’energia nucleare, una risorsa a basse emissioni di carbonio, al mix energetico mondiale
è significativo. Attualmente, però, è ostacolata da preoccupazioni relative al costo, alla sicurezza e alla proliferazione delle armi.
La relazione raccomanda alla commissione delle Nazioni Unite di procedere a un riesame obiettivo e trasparente delle questioni concernenti l’energia nucleare. «È fondamentale che
il grande pubblico venga informato riguardo ai risultati di questo riesame», si aggiunge nella relazione. Al contempo, la comunità scientifica dovrebbe continuare a impegnarsi al
fine di migliorare la sicurezza dei reattori e di trovare soluzioni gestionali di recupero delle scorie.
Lo IAC afferma che l’energia rinnovabile offre opportunità per il progresso tecnologico e l’innovazione, nonché per l’energia sostenibile. Raccomanda di prevedere sovvenzioni per
lo sviluppo in fase iniziale di nuove tecnologie rinnovabili, affermando che tale sostengo dovrebbe essere orientato verso tecnologie promettenti ma non ancora commerciali, per poi ridursi nel
tempo.
Il documento raccomanda inoltre maggiore ricerca sulle tecnologie trasformazionali, come le celle solari di ultima generazione realizzabili con processi continui a pellicola sottile.
La relazione si esprime a favore dei biocarburanti in quanto costituiscono «una grande promessa per affrontare simultaneamente le il cambiamento climatico e le preoccupazioni circa la
sicurezza energetica». Al fine di ricavare il meglio dai biocarburanti, ci si dovrebbe concentrare sulla produzione di carburanti da materie prime lignocellulosiche (tra cui residui e
scarti agricoli). Queste ultime hanno il potenziale di generare quantità di combustibile da cinque a dieci volte maggiori rispetto ai processi che impiegano materie prime quali lo
zucchero di canna o il grano. Dovrebbe anche questa essere considerata una priorità di ricerca, assieme ad altri metodi per la produzione microbica diretta di butanolo o di altri tipi di
biocarburanti che possono essere migliori dell’etanolo.
Lo IAC chiede alla comunità scientifica di impegnarsi al fine di ottenere un maggior coordinamento internazionale nella ricerca energetica e di collaborare più a fondo con il
settore privato. Per quanto riguarda i governi, devono rendere disponibili più finanziamenti per la ricerca, mentre entrambe le parti dovrebbero dedicare più tempo e sforzo
all’educazione del pubblico sulla necessità di investimento nella ricerca energetica.
«Scienza e settore industriale possono contribuire a trovare soluzioni ma questo deve accadere nell’ambito di azioni governative e in presenza del sostegno derivante dai cambiamenti nel
comportamento dei singoli», ha affermato Martin Rees, presidente della Royal Society britannica, una delle accademie rappresentate dallo IAC. «È improbabile esista un’unica
soluzione “vincente”, un futuro di energia sostenibile richiederà investimento di tempo e risorse, la capacità di imparare dagli errori del passato e la volontà di
cooperare a livello internazionale.»