Il tumore alla prostata si cura con la buccia dell'uva
4 Settembre 2007
Un estratto della buccia degli acini d’uva (in particolare della Vitis rotundifolia) può inibire la crescita delle cellule tumorali della prostata in vitro. È quanto
è emerso da una serie di esperimenti condotti dai ricercatori del National Cancer Institute (Usa) e pubblicati su Cancer Research.
Gli scienziati hanno utilizzato cellule tumorali della prostata umana a differenti stadi di progressione del cancro, dimostrando che l’estratto è in grado di inibire la crescita, senza
avere effetti sulle cellule sane, inducendo la morte programmata delle cellule malate. La morte programmata è un meccanismo che l’organismo utilizza per proteggersi dai danni genetici
che non possono essere riparati. Jeffrey E. Green, uno degli autori della ricerca, spiega che “l’estratto individuato ha un’attività antitumorale diversa da altri principi attivi
già individuati nell’uva, come per esempio il rasveratrolo. Saranno necessari altri studi per comprendere l’effettivo potenziale terapeutico, ma i dati preliminari, poiché
dimostrano un’inibizione in tutti i diversi stadi del tumore, suggeriscono che l’estratto potrebbe essere efficace fin dalle primissime fasi della malattia. Un fatto importante è che non
si sono osservate alterazioni della crescita delle cellule normali. La speranza è che si possano avere gli stessi risultati anche in vivo.