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Il ristorante giapponese? E’ made in Cina (vedi aggiornamento di Jetro)

Il ristorante giapponese? E’ made in Cina (vedi aggiornamento di Jetro)

By Redazione

Ultim’ora:
(Pubblichiamo smentita di Jetro)
Data: 08 ottobre 2012 17.09.30 GMT+02.00
 
Data => 2012-10-08 17:09:30
Messaggio => Egregio Direttore,
In merito alla notizia da Voi pubblicata online nei giorni scorsi sulla presunta collaborazione Fipe-Jetro per la certificazione dei ristoranti giapponesi in
Italia, La invito a prendere visione di quanto da noi affermato ufficialmente sul nostro sito internet al seguente indirizzo

http://www.jetro.go.jp/italy
Ai sensi dell‚articolo 8 della legge 8 febbraio 1948 n. 47, La invitiamo pertanto a voler provvedere al più presto alla rettifica della notizia
eliminando qualsiasi riferimento a Jetro e ad altri organismi ufficiali giapponesi.

Distinti saluti
Jetro Milan

(dalla home page di: http://www.jetro.go.jp/italy):
SMENTITA: JETRO NON STA COLLABORANDO CON FIPE PER LA CERTIFICAZIONE DELLA RISTORAZIONE GIAPPONESE IN ITALIA (October 08, 2012)

Leggiamo con disappunto su diversi articoli apparsi nei giorni scorsi sul web che il nome di Jetro appare erroneamente associato all’ipotesi  della
realizzazione di un certificato di autenticità del cibo e dei ristoranti giapponesi in Italia.

Nel corso di un incontro con Fipe finalizzato alla raccolta di dati statistici sulla ristorazione etnica in Italia, la Federazione ha sottolineato la
proliferazione di ristoranti cinesi a cucina giapponese sul territorio nazionale, chiedendo a Jetro di intervenire introducendo una certificazione di autenticità per la tutela della
cucina nipponica.

Jetro si è limitata a prendere atto di questa richiesta.

Roma, 6 ottobre 2012

Il falsi alimentari raggiungono un nuovo livello. Per le strade d’Italia, spuntano numerosi ristoranti giapponese: nonostante la similitudine con il Sol Levante, tali locali sono gestiti da
cinesi, e non sono per nulla autentici.

Dietro il fenomeno, diverse cause. La prima è la convenienza: gli italiani amano la cucina giapponese, con i ristoranti del genere cresciuti di più del 100% rispetto a 6 anni fa
nella sola Milano.

Contemporaneamente, è diminuita la domanda di cucina cinese, una volta tra le più amate dai buongustai nostrani. Dietro la disaffezione, qualità degli alimenti ed igiene
percepite come mediocri, oltreché la paura di malattie come Sars ed aviaria.

Così, molti ristoratori cinesi hanno deciso di cambiare pelle, “camuffandosi” da ristoranti giapponesi.

Come spiega Lino Stoppani, presidente Fipe, “I cinesi hanno grandissime competenze culinarie, sono instancabili lavoratori e soprattutto hanno puntato sul low-cost. Così succede che con
20 euro puoi mangiare pesce crudo in pieno centro a Milano. Una fascia di prezzo alla portata di tutti”. Da non trascurare poi la vicinanza (almeno per il consumatore occidentale medio) sia
linguistico-culturale che di scrittura che i due Paesi hanno.

Risultato, i falsi sushi-bar piacciono, riscuotendo tanto successo da indurre all’azione il Jetro, l’ente giapponese di promozione del commercio estero. I politici nipponici stanno infatti
pensando ad una collaborazione con la Fipe, a federazione italiana pubblici esercizi) ipotizzando persino un certificato di autenticità del cibo per limitare al minimo gli effetti di
questo inquinamento alimentare.

Matteo Clerici

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