Gustoso ma calorico. Se il cenone di Natale vale “doppio”

22 Dicembre 2011
Un pericolo nel piatto? Forse no, ma è indubbio che il Cenone di Natale deve essere gestito con attenzione. Ricco di alimenti e condimenti, il pranzo in questione può riservare
brutte sorprese.
A mettere carte in tavola, il dottor Antonio Migliaccio, nutrizionista e presidente della Società italiana di scienza dell’alimentazione.
Da subito, Migliaccio va al cuore della questione: “Il cenone di sabato sera, vale, in termini di calorie, più del 50% del fabbisogno medio di un’intera giornata: antipasti, primo,
secondo, contorno, frutta, dolci e soprattutto tante ‘cosette’ caloriche, dalla frutta secca ai dolci particolarmente ricchi”.
Gli eccessi fanno male a tutti, ma fanno peggio ai soggetti deboli: diabetici, ipertesi cardiopatici.
Come spiega il medico, il problema sta nella relazione problemi di pressione-eccesso di sale. Di per sé, la dieta quotidiana ne contiene troppo 15 grammi contro i 3 suggeriti. La tavola
di natale fa peggio: tenendo conto di quello contenuto “Sopratutto nei salumi e nei formaggi”.
Altra possibile trappola del cenone, l’eccesso di grassi, anch’essi il doppio della dose normale.
Tuttavia, per Migliaccio è bene mettere in chiaro le differenze: “Il sodio agisce nell’immediato, facendo alzare la pressione subito con pericoli di danni, i grassi assunti li paghiamo
nel tempo”.
Chiari i problemi, chiare (anche se scarse) le soluzioni. Riguardi a grassi e calorie, è possibile smaltire con una passeggiata. Tuttavia, il grande nemico è il mix, che comprende
anche il sale.
Contro questo, conclude Migliaccio, unica soluzione è non ripetere il cenone. Parlando chiaro, a Santo Stefano si deve mangiare meno.
Matteo Clerici
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