Giuliana Germiniasi Ristorante Capriccio, e il Carnaroli di Riseria san Massimo

17 Aprile 2019
Milano, lunedì 25 marzo 2019, Identità Golose
Stand Riserva San Massimo – Intervista di Giuseppe Danielli, direttore Newsfood.com, a Giuliana Germiniasi del ristorante stellato Capriccio, Manerba sul Garda
Da sabato 23 a lunedì 25 marzo, Milano ha ospitato la quindicesima edizione di Identità Golose, il primo congresso italiano di cucina d’autore. I protagonisti assoluti dell’evento sono come sempre i cuochi, che hanno l’opportunità di scambiare idee e nuove ricette, e i prodotti di alta qualità.
Tra gli chef, nello stand di Riserva San Massimo, c’era anche Giuliana Germiniasi, Stella Michelin da ben 20 anni, al timone del ristorante “Capriccio” di Manerba del Garda. La sua è una cucina del territorio, ma non solo. Al Capriccio, infatti, si mangia anche pesce di mare. L’idea di inserirlo nel menu fu della madre, autodidatta come lei, ed è stata una grande intuizione.
Nel suo ristorante si può gustare anche pesce di lago, in particolare il coregone, dalle carni morbide e saporite. Per chi non ama il pesce, ci sono anche dei piatti a base di carne. Giuliana Germiniasi ha respirato il profumo del buono sin da bambina. Si può dire che è cresciuta tra i fornelli di famiglia, nel locale che il papà e la mamma aprirono a metà degli anni Settanta.
La passione per la cucina è nata per una sfida. Quando all’epoca il ristorante era gestito dai genitori, infatti, c’era un collaboratore a cui non piaceva preparare i dolci, così volle provarci lei. Ha iniziato a seguire corsi, comprare libri e fare prove. Gli sforzi sono stati ben ripagati, i suoi dolci erano apprezzati da tutti e per lei è stata una bella soddisfazione. Dal quel momento Giuliana non è più uscita dalla cucina, oggi lo fa solo se qualche cliente chiede espressamente di poterla conoscere.
La sua cucina è fatta di tecnica, ma non hanno meno importanza la qualità della materia prima, la golosità e la bellezza del piatto, per accontentare il palato e non solo. Come si dice: un piatto si mangia due volte: la prima con gli occhi e la seconda con la bocca. Il suo segreto è mantenere i piatti della tradizione, dando continuamente un tocco d’innovazione. Ne è un esempio, la Guancia cotta a bassa temperatura, che ha imparato a fare dalla mamma e che oggi propone con una purea di mele glassate invece che di patate e una cialda di riso nero.
Il nome del locale ha una storia alle spalle che merita di essere raccontata. Quando trent’anni fa, la sua famiglia decise di spostare il ristorante a Manerba, si disse che se fosse andato male sarebbe stato un capriccio… ma la vita riserva sempre delle grandi sorprese e il locale, contrariamente ai loro timori, andò a gonfie vele.
Il successo è stato poi consacrato nel 1999 con la stella Michelin, poi conservata fino a oggi.
Ma per la chef Giuliana Germiniasi la vita non è stata tutta rose e fiori e se oggi il Capriccio è quello che è lo deve anche alla sua tenacia. Ha allattato la figlia Francesca tra un piatto e l’altro e dopo la prematura scomparsa del marito, ha dovuto stringere i denti e andare avanti, nonostante tutto. All’epoca la figlia aveva solo 19 anni. Col tempo anche lei si è appassionata al lavoro ed è diventata persino sommelier! Cosa sogna Giuliana per il futuro? Che la storia di famiglia continui nel segno della tradizione e dell’innovazione.
Per i suoi risotti ha scelto il meglio, il Carnaroli di Riserva San Massimo.
Redazione Newsfood.com
Tiziana Foglio
Newsfood.com