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Borghi e Gente di Montagna… risorse preziose dimenticate, da rivalutare

Borghi e Gente di Montagna… risorse preziose dimenticate, da rivalutare

By Giuseppe

 

LA MONTAGNA E’ ECONOMIA E SICUREZZA PER IL TERRITORIO A VALLE

LA MONTAGNA E’ ECONOMIA VITALE (ANCHE PER IL PIL)  PER L’ITALIA

PARTIRE DALLE ZONE SVANTAGGIATE PER DARE SICUREZZA A VALLE

 

LA MONTAGNA VIVA E’ VITA PER TUTTO IL PAESE

L’ITALIA HA UN 35% DI PIANURA FERTILE E PRODUTTIVA, UN 35% DI COLLINE A VOLTE ANCHE EROICHE, UN 30% DI MONTAGNA APPENNINICA E ALPINA DOVE UNA VOLTA C’ERA UNA POPOLAZIONE, UNA VITA, ATTIVITA’ E IMPRESE ATTIVE DIVERSE… E OGGI?

CARLIN PETRINI E I BORGHI DI MONTAGNA

“L’economia sociale dei piccoli borghi è fondamentale ” ha detto il grande Carlin Petrini, fondatore di Slow Food,  in un incontro estemporaneo a Cerignale in provincia di Piacenza con altri interlocutori, assai diversi fra loro, fra cui Michele  Serra e il senatore Realacci.

Ho seguito per 20 anni l’attività di Slow Food, condividendo tutte le iniziative e gli obiettivi: c’era voglia di fare e strafare con Piumatti, Barbero, Bergese, Mojoli, Piacentin e tanti altri. Una vecchia scuola di addetti ai lavori cresciuti insieme, aiutandoci a crescere vicendevolmente.

Io mi permetto di andare oltre la dichiarazione di Carlin: l’economia delle zone svantaggiate d’Italia è fondamentale per il paese, non solo autostrade, porti, capannoni, logistica, grandi imprese, aziende agricole fra le prime al mondo per efficienza e produttività.

L’azienda agricola piccola di montagna che non chiude è un successo economico. L’azienda rurale in montagna che fa integrazione, multifunzione, attività poliedriche, che vive quotidianamente ogni evento, ogni necessità… è molto meglio, più utile, più concreto, più veloce che non una Università dei Monti (non del senatore a vita Monti)… come leggo da qualche parte… Alfonsa voluta dalla Università di Modena.

La Regione Emilia Romagna ha finanziato al 100% ( quasi 5 milioni di euro!!) 10 nuove scuole triennali di alta formazione per sviluppo tecnologico e culturale. La montagna ha bisogno di sicurezza, servizi, viabilità, mezzi pubblici, connessione internet, cellulari che funzionano, medicine a casa, medici attivi e bravi, case della salute per i tanti vecchi sempre più “single”.

Questi sono gli investimenti da fare perché la cultura in montagna ha radici ben più forti, solide, durature, ben evidenti, maggiori di chi vive urbanizzato e cementato da sempre. Anzi chi nel 2020 vive ancora in montagna a 1000 metri, in borghi di 20 abitanti fissi, con il medico e la farmacia a 30 km, e spesso strade con frane ha una forza culturale superiore a tutti, perché vivere la montagna “è cultura” esistenziale.

Purtroppo molti politici e molti soloni si fermano alla teoria, alla didattica quando la montagna sta crollando in testa agli altri…

I luoghi di montagna diventano o un peso o una emarginazione se non ci sono menti-opere vere in grado di cambiare, non solo a parole. Penso evidentemente all’Europa, alla Pac, e ai Piani nazionali, regionali e comunali conseguenti che ne applicano le misure e azioni.

Nel 1980 ero a Strasburgo con Marcora ed ebbi il grande onore di vivere i primi effetti delle 3 direttive di sviluppo agrario in cui le “zone svantaggiate” di tutta Europa erano al primo posto in ogni scelta, in ogni decisione politica ed economica. Poi vennero le quote produttive e la concentrazione massificata di certe produzioni che, secondo me, non solo tarparono le ali ad una certa agricoltura medio-artigianale, di prodotto e di filiera italiana, ma contribuirono all’abbandono, alla fuga dalla montagna.

Certamente il contentino delle Doc e Dop non è stato sufficiente… e oggi sono troppe e confuse. Bisogna partire dall’Europa visto che il 90% dei finanziamenti agro-ambientali vengono da lì.

Dal 2011 al 2014 tornai a Bruxelles come Technical Advisor della Pac al Parlamento Europeo ed ebbi modo di proporre una  visione diversa del sistema “misure” con l’inserimento del “terzo pilastro” dedicato all’ “agricoltore” e non alla politica agroindustriale, di impresa agricola generica… da Utrecht a Sanremo.

La nostra montagna, la montagna piacentina (nb: come segretario della Coldiretti in Valnure nel 1983 certificai l’esistenza di 750 stalle di allevamento) ma anche la montagna europea, ha bisogno di riconoscere e sostenere una figura di “agricoltore” della zona svantaggiata, certo multifunzionale e poliedrico, specializzato in filiera, ma ben connesso e supportato da servizi di viabilità e assistenza, che viva il territorio – non un guardiano del parco o rifugio dalla città, assolutamente – ne conosca i limiti, sappia gestirlo interamente, abbia mezzi e strumenti per la cura ambientale, idrogeologica, forestale.

VAL NURE

Certo tutte attività di fatica, dove la formazione di una famiglia incontra molti più ostacoli, ma dove la “società dell’economia sociale e civile” deve investire, deve prevenire. Per questo i piani di sviluppo regionali diventano strumenti di legge prioritari. Una non presa d’atto, un non inserimento di “pesanti e decise politiche per l’agricoltore di zone svantaggiate” diventa un errore di tutti noi e fatale per tutti, ben oltre l’immobilismo di maniera. E’ evidente che in questo contesto, urge anche una politica degli enti locali… con dotazioni umane ed economiche, capace di accogliere ed essere efficiente, una concentrazione amministrativa e burocratica che non penalizzi il residente, ma al  “servizio dell’utente”.

La nuova Pac, lo dico da anni, deve prevedere un capitolo a parte per la impresa-imprenditore di zone di montagna e svantaggiate che vada oltre la multifunzione, il vicinato, la tipicità, il presidio. Dobbiamo tutti chiedere il riconoscimento di una figura terza di agricoltore di montagna e alta collina al servizio di tutti.

Questa è l’unica economia e politica agraria sociale e civile da terzo millennio che in un certo senso dialoghi con la biodiversità dei luoghi ma anche con le cause non naturali di un cambio climatico che “in primis” pretende che siamo vigili e preveniamo.

 

Giampietro Comolli

Redazione Newsfood.com
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Giampietro Comolli
Economista Agronomo Enologo Giornalista
Libero Docente Distretti Produttivi-Turistici

Mob +393496575297

Editorialista Newsfood.com
Economia, Food&Beverage, Gusturismo
Curatore Rubrica Discovering in libertà
Curatore Rubrica Assaggi in libertà

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