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Coldiretti: la grandine si abbatte sulle mele della Val di Non

By Redazione

Trombe d’aria e grandine hanno provocato gravi danni alle coltivazioni colpendo a macchia di leopardo nelle regioni del Nord frutta, ortaggi, mais e soia, ma anche strutture aziendali. E’
quanto emerge da un primo monitoraggio della Coldiretti dal quale scaturisce un bilancio particolarmente preoccupante in Veneto e Trentino dove nella prestigiosa Alta Val di Non una tromba
d’aria ha scoperchiato i tetti di una decina di abitazioni rurali e sono state colpite dalla grandine le rinomate mele mentre in Piemonte a Carmagnola è a rischio la famosa “Sagra
del peperone” poichè la grandine ha letteralmente compromesso la coltura.

Se in Trentino anche in Vallagarina si sono registrati danni da grandine ai meleti e ai pregiati vigneti, nel Veneto si contano i danni della tromba d’aria che e partita da Vicenza, dove
insieme alla grandine ha provocato milioni di euro di danni a strutture e alle piantagioni di mais e soia in piena fase vegetativa, per arrivare a Padova dove è stato colpito anche
il Giardino Botanico con numerose piante di grande valore botanico sradicate.

Il maltempo ha messo nuovamente in ginocchio il Piemonte, specialmente nel Torinese dove, – riferisce la Coldiretti – una tromba d’aria seguita da una violenta grandinata ha procurato danni per
milioni di euro. A Carmagnola, in particolare, è a rischio la famosa “Sagra del peperone” poichè la grandine ha letteralmente compromesso la coltura. Grano e mais
danneggiati al 50 per cento. Alberi secolari divelti si sono abbattuti sulle strutture procurando danni ingentissimi. Compromessa anche la coltura del pioppo.

La caduta della grandine in un momento della stagione, particolarmente importante per le produzioni in ortofrutticole, è molto temuta nelle imprese agricole per i danni
irreversibili che provoca alle coltivazioni.

Nelle regioni frutticole interessate dall’allerta – sostiene la Coldiretti – sono già pronte le reti antigrandine per proteggere le piante da frutto e sono pronti a sparare i
cannoni a pressione e i pochi missili a disposizione con l’obiettivo di “inseminare” le nubi per impedire la formazione della grandine.

Si tratta – conclude la Coldiretti – di tecniche di protezione attiva non ancora sufficientemente presenti nel Paese e che purtroppo non impediranno il verificarsi di danni alle strutture e
alle colture agricole

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