Clonazione: un fermo “no” della Cia
24 Luglio 2008
Per la Confederazione il rapporto dell’Efsa, secondo il quale carni e latte provenienti da animali clonati non presenterebbero ”differenze sostanziali” con quelle degli altri animali, va
respinto con determinazione.
Un orientamento che va contrastato con estrema fermezza non solo sotto il profilo della sicurezza per i consumatori, ma soprattutto per una questione di carattere etico. Così la
Cia-Confederazione italiana agricoltori si esprime in merito al rapporto dell’Authority europea per la sicurezza alimentare (Efsa) nel quale si sottolinea come sia stata riscontrata una
maggiore incidenza dei problemi di salute e di riproduzione negli animali riprodotti tramite clonazione, mentre carni e latte provenienti da animali clonati non presenterebbero ”differenze
sostanziali” con quelle degli altri animali.
Purtroppo -avverte la Cia- questo parere sembra allinearsi con le decisioni della Federal and Drugs Administration, l’ente che sovrintende sulla sanità alimentare degli Stati
Uniti, che ha autorizzato di recente la commercializzazione di carni e di latte provenienti da animali clonati.
Una scelta sulla quale la Cia aveva espresso, a suo tempo, un netto dissenso, invitando l’Ue a non seguire la strada intrapresa dagli Usa.
La Cia sottolinea l’esigenza, pertanto, di un’azione ferma di mobilitazione per impedire che si adottino decisioni del genere, che praticamente sanciscono la commestibilità delle
carni clonate.
Decisioni del genere rischiano -afferma la Cia- di aprire un fronte pericoloso a livello europeo. Bisogna assolutamente evitare certe misure che vanno, oltretutto, nella direzione opposta
all’orientamento più volte espresso dai cittadini europei, dichiaratosi contrari alle manipolazioni genetiche, come emerge chiaro anche dalla Consultazione promossa dalla
Coalizione Liberi da Ogm.
La Cia auspica, dunque, che l’Ue smentisca l’Efsa e impedisca che sulle nostre tavole arrivino sia prodotti Ogm che alimenti provenienti da animali clonati.