CIA: “Vinitaly? Tanto e solo vino”
30 Marzo 2007
Il successo ottenuto dal Salone vitivinicolo -rileva la Cia- provoca scarso interesse per l’evento dedicato all’olivicoltura. La concomitanza dei due appuntamenti è diventata
fortemente dannosa per l’immagine del settore dell’olio. E’ necessario rivedere la programmazione delle manifestazioni, se non addirittura lo spostamento del “Sol”
in un’altra sede.
Anche quest’anno alla Fiera di Verona si continua a ripetere un problema più volte denunciato: la concomitanza di due rassegne finisce per privilegiare l’una e mettere
irrimediabilmente in secondo piano l’altra. Parliamo del “Vinitaly” e del “Sol (Salone internazionale dell’olio d’oliva). Per il primo è un successo
annunciato, mentre l’altro, che pur rappresenta un settore di grande rilievo dell’agricoltura italiana, è praticamente ignorato. A sottolinearlo è la
Cia-Confederazione italiana agricoltori per la quale è, ormai, quanto mai indispensabile un opportuno e totale ripensamento nell’organizzazione dei due Saloni specializzati, se non
addirittura uno spostamento dello stesso “Sol” in un’altra sede.
La diversa attenzione tra i due Saloni -sottolinea la Cia- si riscontra palese all’interno della Fiera di Verona. Il “Vinitaly”, una rassegna ben organizzata con tantissimi
visitatori e con iniziative di grande rilievo, fa indubbiamente anche in questa edizione la parte del leone. Il “Sol” sembra, invece, il fratello “povero”, senza nessuna
promozione, senza un valido programma, con pochissima visibilità. Il che finisce per non destare alcuna attenzione tra la gente che si reca alla Fiera di Verona. La
contemporaneità degli eventi favorisce, quindi, il vino, mentre per l’olio d’oliva, tra i prodotti più significativi della nostra agricoltura, l’interesse
è minimo, per non dire scarso. Probabilmente ciò è dovuto anche ad una precisa scelta degli organizzatori della rassegna scaligera.
Senza creare polemiche, ma solo per portare il problema all’attenzione, la Cia suggerisce di programmare le due rassegne in periodi differenti. Ma se questo non è proprio
possibile, sarebbe allora opportuno portare il “Sol” in un’altra Fiera, come ad esempio quella di Bari, dove le questioni legate al settore olivicolo sono molto sentite.
Così il Salone potrebbe divenire un importante punto di incontro mondiale per dare nuovo slancio alla nostra olivicoltura che, nonostante la crescita registrata soprattutto a livello
qualitativo, è costretta ancora a superare ostacoli e difficoltà.
D’altra parte, non basta più guardare il proprio ombelico credendo che quello è il centro di tutto. In questi stessi giorni -afferma la Cia- si svolgono nel mondo altri
cinque eventi fieristici di interesse vinicolo, dal Canada alla Bulgaria, dalla Francia alla Corea del Sud. E l’olio d’oliva meriterebbe senz’altro una esperienza fieristica
specifica.
La Cia auspica che le istituzioni, ad iniziare dalle Regioni, prendano atto della situazione per programmare, già dal prossimo anno, una rassegna fieristica specifica dedicata
all’olio d’oliva.
Il mercato dell’olio d’oliva