Chi può dire di aver dormito in Paradiso? Noi sì, a Orsara di Puglia da Peppe Zullo

28 Marzo 2010
Orsara di Puglia, marzo 2010
Una bella serata di Gala, l’incontro memorabile con Beppe Zullo ad Orsara di Puglia.
Peccato per la disavventura dell’orata “indigesta” al ristorante della Fiera a Foggia.
Ieri siamo stati ospiti alla cena di Gala di Euro&Med Food a Lucera.
A mezzanotte, come Cenerentola, siamo fuggiti di corsa con la nostra carrozza trainata da tanti cavalli (una Astra da 120 HP). Per la fretta abbiamo anche dimenticato il cellulare e rifatto la strada per il recupero.
Il nostro appuntamento era con Peppe Zullo ad Orsara di Puglia.
Ad attenderci, all’una di notte c’era il sindaco di Orsara, l’architetto Tramonte ed altri amici di Peppe Zullo.
Ci ha accolti in cucina, una delle cinque, abbiamo assaggiato il suo nocino ed un Amaribel, un delizioso digestivo all’amarena.
Peppe, se non sbaglio, lo fa con vino tuccanese, foglie di amarena tenute in infusione per quaranta giorni. Io lo faccio con una barbera da 14° ed un po’ di zucchero e lascio le foglie di amarena solo 30 giorni ma il bottiglione lo metto al sole.
E’ tardi e decidiamo di andare a tetto.
Ci accompagna Peppe e non possiamo che rimanere incantati dalla stellata, dall’effetto presepe illuminato di Orsara, proprio lì davanti.
Un effetto di castello incantato lo dà anche il piccolo, grande regno, di Peppe Zullo con l’acciottolato e le colonne illuminate che ci accompagnano fino in cima, fino alle Suite, costruite proprio sopra alle cantine: il Paradiso di Peppe Zullo.
Al mattino sveglia di buon’ora e colazione con ciambella appena sfornata e caffè.
Dobbiamo fare in fretta perchè dobbiamo tornare in Fiera a Foggia. Ma prima Peppe vuole farci vedere il suo Paradiso.
Quando tornò dall’America, dopo aver fatto fortuna, lì c’erano solo terra ed un grande pioppo, ancora oggi è testimone imponente.
Il ristorante, le suite, le cantine, i salti d’acqua, i corridoi, i vari locali adibiti a templi della ristorazione (ben cinque sono le cucine adibite a sfornare piatti che esaltano la
semplicità dei sapori dei prodotti dell’orto e del territorio circostante) sono stati costruiti in seguito.
Grazie all’Architetto Tramonte che ha saputo recuperare e valorizzare i ruderi delle case abbattute di Orsara per il terremoto, è stato possibile realizzare un complesso unico nel suo genere.
Ogni pietra della cantina e del percorso ipogeo ha una sua storia, ogni nicchia non è casuale e neppure banale ma è addirittura “firmata” da un’immagine a commento di un grande artista, Leon Marino, di Troia.
Nella dispensa dei salumi, dei formaggi, c’è un tavolo che ricorda un altare.
Qui Beppe Bigazzi disse che in quel luogo ci si poteva solo inginocchiare… e se l’ha detto quel toscanaccio!
Risalendo il percorso sotterraneo, si arriva ad una porta con una finestrella e un’inferriata a croce.
Per entrare si “bussa” con un battente di ferro … affinchè “San Pietro” possa aprire la porta del Paradiso, la Cantina, dove sono custoditi i migliori vini.
Sempre di corsa, sono già le 10,00 e dobbiamo rientrare a Foggia …
Arriviamo in Fiera e ci mettiamo subito al lavoro con le interviste agli espositori: Amedeo, un buyer della Repubblica Ceca sta cercando un fornitore di olive; Antonio, un buyer francese, è incuriosito dal mio racconto su “Sala Paradiso” di Peppe Zullo e vorrebbe conoscerlo.
Alle 12,30 andiamo a mangiare qualcosa nel ristorante adiacente la Fiera.
Siamo ospiti, o perlomeno dovremmo esserlo.
Per “stare leggeri” invece del menu previsto chiediamo se sia possibile avere del pesce: il “maitre”, un ragazzino sveglio, ci dice che non c’è problema.
Ordiniamo tre orecchiette, un piatto di verdura grigliata e due orate alla griglia, senza contorno.
Una bottiglia d’acqua e niente vino, niente dolce.
Ci lamentiamo della misera porzione di orata (una, invece delle due ordinate) ma abbiamo fretta.
Al “ragazzino” lasciamo un biglietto da visita e lo invitiamo ad inviarci una presentazione del ristorante con alcune foto per un eventuale servizio redazionale su Newsfood.
Ce ne andiamo.
Appena fuori del ristorante veniamo fermati: “signori, non avete pagato il conto!” … figura di M… davanti a espositori, buyer, ecc
Non mi dilungo: pagato € 70 + dato € 30 di mancia per lo “squisito trattamento”!
Vorrei continuare il mio racconto ma non mi sento proprio di mischiare il diavolo e l’acqua santa, l’inferno ed il paradiso.
Ve la racconterò domani la cena che ci ha offerto “San Pietro”!
Giuseppe Danielli
Nota del 29 marzo 2010:
Considerata la vera e calda accoglienza che ci ha riservato tutto lo staff dirigenziale di Euro&Med Food, la disponibilità, l’assistenza pronta dell’Ufficio Stampa e la ospitalità ricevuta, ho avuto sinceramente qualche titubanza prima di raccontare questa disavventura del ristorante “Fiera”.
Ma sono state proprio queste professionalità e voglia di fare di tutte le persone di Euro&Med Food che mi hanno convinto a rendere pubblica la vicenda.
A volte basta la “incoscienza” o la stupidità di uno solo per vanificare gli sforzi degli altri 99. Per essere più preciso: non mi riferisco al Maitre, nè do la colpa al ristorante, ma a chi ha voluto “fare il furbo” ed alla fine si è pure “intascato” i 30 € di “mancia”, oltre ai 70 del conto!
Giuseppe Danielli
Direttore e Fondatore
di Newsfood.com