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Brescia: Van Gogh. Disegni e Dipinti

Brescia: Van Gogh. Disegni e Dipinti

By Redazione

 

212.325 per i disegni di Van Gogh a Brescia
«Un risultato che si commenta da sé»

212.325 visitatori per la mostra «Van Gogh. Disegni e dipinti», che si è conclusa domenica 8 febbraio 2009 al Museo di Santa Giulia a Brescia. Il dato, superiore a
quello ottenuto da «America!» nella scorsa stagione espositiva, è ancora più eclatante se si tiene conto del fatto che «America!» durò due
mesi in più, mentre la mostra appena conclusa si è dovuta contenere nel tempo, date le regole internazionali che impediscono una più prolungata esposizione per le
opere su carta.

La media giornaliera di visitatori – a un soffio dai 2000 biglietti staccati al giorno – è altissima, tanto più se si pensa alla non indifferente crisi in cui versa il
mondo delle mostre in Italia.

Un paragone internazionale può essere utile per valutare appieno l’incredibile successo della mostra bresciana. Nel 2005 il Museo Van Gogh di Amsterdam presentò, in un
numero di giornate di apertura praticamente identico a quello di Brescia, una grande esposizione con tutti i capolavori del disegno di Van Gogh provenienti da musei e collezioni del
mondo intero, unitamente a qualche celebre dipinto di riferimento. Ebbene, quella mostra totalizzò alla fine 190.000 visitatori, tra l’altro nel periodo di maggiore afflusso di
pubblico nel museo olandese. Il paragone rende quindi bene l’idea del risultato in questione per una mostra di disegni.

«Van Gogh. Disegni e dipinti» è stata promossa dal Comune di Brescia, dalla Fondazione Brescia Musei, dalla Fondazione CAB e da Linea d’ombra, con il consueto
supporto del Gruppo Euromobil.

«Quello ottenuto è un risultato che si commenta da sé – afferma il curatore Marco Goldin – e che dimostra come il pubblico delle mostre organizzate da Linea d’ombra
sappia ben apprezzare anche esposizioni che, come questa di disegni, sono di norma considerate più difficili, meno popolari e quasi solo di nicchia».

«Certo non era prevedibile, anche sulla base dei risultati di precedenti, grandi mostre internazionali, che i disegni, sia pure di Van Gogh, potessero muovere un pubblico tanto
ampio, facendo ricomparire diverse volte le code in attesa davanti al museo bresciano, fenomeno che in tempo di crisi è decisamente raro a riscontrarsi, e non solo in
Italia».

Che si sia trattato di un pubblico molto motivato lo si evince anche dall’andamento del book shop, con un dato molto alto di d’acquisto dei cataloghi di Van Gogh, quasi 10.000 in
totale, cui si devono aggiungere gli addirittura quasi 6000 cataloghi venduti, nel tempo di questa mostra, delle precedenti rassegne organizzate da Linea d’ombra a Brescia. E questo
entro un ottimo andamento anche negli acquisti, da parte del pubblico, di «oggetti di complemento» come matite, quaderni, poster.

Tracciando un bilancio conclusivo del quinquennale progetto «Brescia. Lo splendore dell’arte», Goldin ha voluto evidenziare non tanto il pur impressionante dato quantitativo
– addirittura 2,5 milioni di visitatori nei cinque anni – quanto altri elementi. A partire dalla scoperta di Brescia come città d’arte che le mostre hanno indubbiamente favorito
e ancora di più la scoperta di quell’autentica meraviglia, prima quasi del tutto segreta, che è il complesso museale di Santa Giulia.

Altrettanto rilevante è stato il percorso culturale che le mostre hanno voluto stimolare, proponendo – ed è una precisa costante del ciclo bresciano – opere e autori
conosciutissimi, grandi capolavori universali accanto ad autori ed opere di assoluta qualità ma meno note o del tutto sconosciute al grande pubblico. Con l’obiettivo di allargare
la conoscenza di quello straordinario momento che l’arte ha vissuto tra Ottocento ed i primi decenni del Novecento, periodo su cui si è focalizzato l’intero ciclo di esposizioni
bresciane. Un approfondimento che ha riguardato non solo l’impressionismo e non solo la Francia, ma che ha, sia pure per momenti, acceso i riflettori su Van Gogh. Monet, Cézanne,
Renoir così come su Turner, Constable, Mondrian, Homer, Church, ovvero un secolo e oltre di storia universale dell’arte. A Brescia, per la prima volta in Italia, l’orizzonte si
è allargato sino all’origine della grande pittura americana. Questo anche grazie ai 150 musei di tutti e cinque i Continenti che hanno prestato le loro opere in questi cinque
anni, oltre alle numerose e prestigiose collezioni private.

«Sono felice che gli obiettivi culturali che mi ero posto nell’ideare questo ciclo, siano stati raggiunti. E credo anche fermamente che il pubblico abbia capito ed apprezzato –
chiosa Goldin – ciò che con me hanno saputo offrire gli esperti internazionali di volta in volta coinvolti nella preparazione delle mostre. Fino al grande convegno internazionale
sulla pittura americana dell’Ottocento, che si è svolto a Brescia nella primavera del 2008».

«Al progetto bresciano rivendico, con orgoglio, anche un’altra peculiarità: l’aver accompagnato il pubblico dei grandi eventi ad avvicinarsi, spesso per la prima volta,
all’arte contemporanea del nostro Paese. Le proposte di antologiche o retrospettive di autori del Novecento italiano, e ancora di più di artisti contemporanei al Piccolo e Grande
Miglio in Castello e a Santa Giulia, hanno consentito a centinaia di migliaia di visitatori, che mai normalmente quel tipo di esposizioni avrebbero diversamente visitato, di scoprire
come la pittura resti un linguaggio assolutamente attuale e magnifico, nonostante l’apparente, esclusivo dominio di nuovi e diversi linguaggi».

«Lascio Brescia con l’emozione di chi ha creduto in un progetto e vi ha lavorato al meglio delle proprie possibilità, ringraziando tutti coloro che, in questi anni, hanno
condiviso con me e con tutto il gruppo di Linea d’ombra ansie ed entusiasmo. Ma ringraziando soprattutto tutti quelli che, visitatori così tanto numerosi, scegliendo di venire a
vedere il risultato del nostro lavoro ci hanno confermato, con nitida chiarezza e spesso contro le invidie anche rabbiose di certi ambienti, come queste nostre fatiche non siano state
affatto invano».

 

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