Amazon dice basta: niente più prodotti a base di balena

27 Febbraio 2012
Di recente, i navigatori del WEB sono stati testimoni (o attori) della lotta tra la ONG
ambientalista EIA ed Amazon.com, colosso del commercio in Rete. Al centro della disputa, la vendita da parte di Amazon di prodotti a base di balena od altri cetacei minacciati.
Così, EIA ha iniziato una campagna di sensibilizzazione e protesta via WEB, che chiedeva agli interessati di diffondere la notizia e di manifestare dissenso ad Amazon, ricordando come la
sua stessa politica impedisca la vendita dei prodotti in esame.
I risultati sono stati eclatanti. In meno di 24 ore la campagna pro-balene ha raccolto più di 35.000 adesioni, che hanno riempito il sito di e-commerce con messaggi di critica ed aperto
dissenso.
Così, prima a cedere è stata la sezione giapponese di Amazon,
la cui messa in vendita di spezzatino o balena in scatola era ritenuta particolarmente oltraggiosa.
Poi, è capitolato lo stesso Jeff Bezos, direttore amministrativo del portale: evidentemente, il danno d’immagine era superiore al ricavato della vendita dei prodotti.
Soddisfatti i portavoce EIA, che spiegano come “La gente vuole vedere questi animali protetti invece che fatti e pezzi e venduti per profitto”; sempre più persone non approvano che si
permetta “Di commerciare prodotti a base di balena, di fatto si sostiene un mercato che dovrebbe essere stato già consegnato ai libri di storia”. E la missione non è stata portata
a termine: “Siamo soddisfatti della decisione di Amazon di rimuovere i prodotti derivati dalle balene dal suo portale giapponese. Ma adesso chiediamo con forza che vengano messi al bando in
tutto il mondo anche i prodotti che contengono carne di delfino e focene. Non ci arrenderemo fino a quanto non avremo un impegno formale da parte di Amazon a mettere al bando questi prodotti”.
Matteo Clerici